Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Vittorio Mezzogiorno raccontato nel documentario "Negli
Occhi" di Daniele Anzellotti e Francesco Del Grosso


Uno splendido documentario racconta la vita del grande attore Vittorio Mezzogiorno.


Vittorio Mezzogiorno raccontato nel documentario
Francesco Del Grosso, G. Mezzogiorno e Daniele Anzellotti
In programma alla 66. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia il documentario sulla vita dell’attore partenopeo Vittorio Mezzogiorno, opera di due giovani registi romani, Daniele Azellotti e Francesco del Grosso. Con una buona gavetta tecnica (e non solo) alle spalle, i due autori hanno deciso di raccontare la storia di uno dei più interessanti e complicati attori del cinema e del teatro italiano degli ultimi trent’anni, scomparso a Milano nel 1994. Vittorio Mezzogiorno è stato soprattutto un attore teatrale, ma ha spaziato da Beckett e Ionesco a collaborazioni con la compagnia di Eduardo de Filippo, fino alla partecipazione a sceneggiati televisivi di grande successo come "L’Amaro Caso della Baronessa di Carini", di Daniele D’Anza, del 1975 e la serie della "Piovra".
Il filo del racconto è tenuto dalla voce narrante di Giovanna, la figlia dell’attore, anche lei attrice, fra le più talentuose dell’attuale panorama cinematografico italiano.

Come sempre si fa in un lavoro di ricostruzione – e questo è davvero molto complesso, oltre che ben fatto – il personaggio viene ricostruito attraverso i ricordi di chi lo ha conosciuto (famigliari, amici e colleghi, tra i quali Mario Martone, Michele Placido, Giulio Baffi, Peter Brook e Marco Bellocchio) e con l’ausilio di tanti aneddoti (anche inediti), immagini e musiche. Su tutte quella di Pino Daniele, vera commistione di generi musicali e di culture.

I ritratti sono sempre affascinanti, ma questo porta con sé qualcosa di più. È un profilo autentico che intende far conoscere un personaggio bravo ma, tutto sommato, poco conosciuto dal grande pubblico. Un Vittorio verace, amante dei cani, della boxe e dei suoi luoghi natii. E ancora, il suo percorso di formazione, il rapporto con Napoli e quello con la figlia, che ha ereditato da lui la grande passione per la settima arte e buona parte del carattere forte e schivo.
Il titolo del documentario è davvero azzeccato: Vittorio aveva un bel paio d’occhi, intensi e profondi, con i quali avrà di certo “letto” e guardato il mondo fino in fondo. Altra cosa in comune con la figlia Giovanna.
Un bel film di approfondimento, in finale. Meno male che, tra Billionaire guests e mostri e creature della TV, c’è qualcosa di davvero bello da vedere, di tenero e struggente. Meno male che c’è Controcampo Italiano.

06/09/2009, 10:26

Claudia Verardi