"Cosmonauta": La corsa allo spazio e gli anni ’60 negli
occhi di una bambina che vuol essere comunista
Una bambina che si rifiuta di fare la Prima Comunione, si chiude in bagno per togliersi il vestito - richiamo d’autore al Laureato - e urla alla madre (una
Claudia Pandolfi in stile mamma anni ‘60) che lei, la bambina rivoluzionaria, “è comunista”.
Susanna Nicchiarelli nel suo "
Cosmonauta" riprende le atmosfere positive di un periodo di crescita e di sorprese attraverso gli occhi della piccola Luciana (
Miriana Raschillà) e del suo compagno di avventure, il fratello Arturo (
Pietro del Giudice), seguendo un filo televisivamente trasportato: le imprese spaziali dei sovietici.
Da quella televisione Yuri Gagarin manda i suoi saluti al mondo. Saluti che arrivano nell’appartamento romano del Trullo, animato da dinamiche familiari vivaci nelle quali, oltre ai due bambini e alla Pandolfi, rientra come figura antisessantottina ante-litteram il patrigno, nell'ottima caratterizzazione di
Sergio Rubini.
Luciana e Arturo crescono, maturando l’una convinzioni e militanza e l’altro sogni straordinari, che lo aiuteranno a superare le sofferenze causate dall’epilessia.
"
Il film è ambientato in un'epoca ormai finita" - spiega la regista - "
in cui le passioni politiche sono svanite e sono scomparsi anche quei luoghi in cui venivano vissute. E’ scomparsa pure la nazione che contendeva agli Stati Uniti il primato mondiale e oggi, che la corsa allo spazio non significa più nulla, la gente ha dimenticato i nomi di quei primi cosmonauti. E quell'ambientazione storica, vicina nel tempo ma lontana nei fatti, ne fa una parabola ideale sull'adolescenza”.
Il primo lungometraggio di
Susanna Nicchiarelli è fresco e interessante e ci riporta alla mente ricordi lontani, anche se mai dimenticati.
Temi fondamentali del percorso filmico i rapporti umani e lo sviluppo, non sempre facile, delle nostre società.
06/09/2009, 17:33
Claudia Verardi