Toni D'Angelo: "La poesia è universale ed
è la forma più libera della letteratura"
Come nasce il progetto di "Poeti" e come ti sei preparato per realizzare il documentario?
Toni D'Angelo: Il film è nato casualmente. Ero in un pub con il mio amico e collaboratore
Salvatore Sansone, che tra l'altro è uno dei protagonisti del documentario. Mentre eravamo lì ci siamo accorti di essere in un locale dove si organizzavano reading di poesie. Così ho deciso che era necessario scoprire che cosa c'era dietro questo mondo a me sconosciuto. Ho "imbracciato" una telecamera con il mio fdirettore della fotrografia
Rocco Marra e ci siamo lanciati per un mese alla ricerca dei poeti romani.
C'è qualcosa che accomuna i poeti metropolitani di oggi con quelli istituzionali, diciamo da Antologia?
Toni D'Angelo: Il poeta è poeta sia che si tratti dell'istituzionale da antologia che di uno underground sconosciuto. I versi delle poesie sono universali, perchè è la forma più libera della letteratura. La libertà è la cosa che accumuna tutti i poeti, in particolare quella d'espressione.
Nell'epoca veloce di sms e email, c'è ancora spazio per il cuore, i pensieri, la riflessione e, quindi, per la poesia?
Tonio D'Angelo: Lo spazio c'è, ma va ricercato e gelosamente conservato. La poesia è necessaria in un epoca in cui chi ci rappresenta è lontano migliaia di anni luce da questo concetto. Alla locanda Hermann del quartiere di San Lorenzo a Roma ho trovato i miei "poeti" ed ogni giorno dentro il locale delle persone splendide leggono poesie. In questo luogo c'è spazio per il cuore, la riflessione e i pensieri, pensieri liberi e non manipolabili.
Roma e Napoli sono due città alle quali sei profondamente legato. Quale senti come più "poetica" e perchè?
Toni D'Angelo: Entrambe. Roma e Napoli sono, forse, le città più belle del mondo ed ho avuto il grande privilegio di esserne figlio di nascita ed adottivo. Per "
Poeti". Ho scelto Roma per ambientare il mio documentario, perchè dopo il raduno di Castelporziano, questa città è diventata la patria dei piu grandi poeti beat e non, la culla della poesia dai tempi piu remoti ai giorni nostri passando per l'eterno
Pier Paolo Pasolini.
Nanni Moretti di recente ha "sgridato" il pubblico esortandolo a svegliarsi perchè il cinema è morto. Sei d'accordo con questa dichiarazione?
Toni D'Angelo Morto non credo. Il cinema italiano è vivo e vegeto. Credo che
Nanni Morretti si riferisse al cinema in quanto "sala cinematografica". Oggi la gente preferisce stare a casa a vedere le "idiozie televisive" e sperpera danaro inutile per tutto ciò che la pubblicità gli rifila, e poi non spendono 7 euro per un bel film perchè il prezzo gli pare alto. In questo modo stannos comparendo le sale cittadine dando spazio ai megamultiplex. Questo è il monito di moretti, che condivido pienamente. Andiamo al cinema e sosteniamo il cinema italiano perche se nò rischiamo di fare morire quella forma d'arte che è la più vicina, appunto, alla poesia.
L'aver lavorato come assistente alla regia di Abel Ferrara ha influenzato in qualche modo il tuo lavoro?
Toni D'Angelo Assolutamente sì. Abel è una persona viscerale e il suo piu grande sentimento d'amore lo prova per il cinema. Ferrara mi ha insegnato a non omologare gli sguardi, rendendomi consapevole di poter fare il "mio cinema".
Ultima domanda, inevitabile: il lavoro di tuo padre Nino D'Angelo ha influenzato la tua opera? Se sì, come?
Toni D'Angelo: Mio padre mi ha insegnato ad essere sincero e professionale ed a fare solo ciò che che si ritiene di sapere fare: in questo modo ha influenzato le mie opere. con il sostegno di chi prova per me oltre che l'ovvio affetto paterno, il sentimento di stima per quello che faccio...
16/09/2009, 16:34
Claudia Verardi