Recensioni di :
- I "Poeti" di Toni D'Angelo presentati al Filmstudio di Roma alla Giornata Nazionale del Nuovo Cinema Italiano
- I "Poeti" romani di Toni D'Angelo


Sinossi *:
È l’alba. Roma si sveglia e con lei si svegliano Biagio e Salvatore.
Biagio Propato vive a San Lorenzo dove organizza letture di poesie nel pub del fratello. Insegna Lingue e letteratura straniera in un liceo all’Eur, ma è anche un poeta che nei suoi libri ha scritto per “i malcapitati e gli imperfetti”.
Salvatore Sansone vive a Testaccio dove ozia e scrive poesie.
Biagio e Salvatore non si vedono da più di dieci anni. Si incontrano per caso una mattina al cimitero acattolico alle pendici della Piramide di Roma. Tutti e due si sono recati lì per salutare la tomba di Gregory Corso, poeta Beat che trascorse gli ultimi anni della sua vita a Roma declamando poesie a Piazza Campo de’ Fiori.
I due conversano sulla poesia, sui tempi moderni che hanno cancellato la parola, sulla nostalgia di vivere in versi. Si chiedono se mai si ripeterà un evento come quello di Castelporziano dove nel 1979 i poeti di tutto il mondo si riunirono in una grande Woodstock della poesia. Così decidono di provare ad organizzare un Grande Reading, mettendo insieme il maggior numero possibile di poeti residenti nella capitale.
Seguendo i nostri due protagonisti tra autobus e metropolitane, scorci di passeggiate e viaggi in macchina si snoda un racconto anomalo di Roma, un racconto poetico.
Biagio e Salvatore incontrano i poeti underground, quelli che popolano le cantine notturne di San Lorenzo. E i poeti istituzionali: Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Vito Riviello, Luciano Luisi, Dante Maffia ecc.
Tra un incontro e l’altro, attraverso la poesia, sarà Roma la protagonista, Roma che è stata ed è musa ispiratrice per i poeti di tutto il mondo, la città eterna amata e vissuta da Goethe, Keats, Shelley, Corso, Bellezza, Rosselli e Pasolini. Una città da documentare e scoprire che tanto ha dato alla poesia e tanto continua a dare.
Goethe disse “non può bastare una penna a raccontarla”. POETI allora cerca di raggiungere il maggior numero possibile di “penne” - sia viventi che non - per fare di Roma la vera poesia.

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