Note di regia del film "La Bella Gente"
Quando ho letto questa sceneggiatura sono rimasto colpito da una strana sensazione di fastidio. Non riuscivo a capire cosa me la provocasse. Era una storia semplice, non accadevano grandi drammi, non c’erano personaggi malvagi, scene a tinte forti, amori passionali o malattie strappalacrime. Non c’erano eroi o mascalzoni. Eppure permaneva in me quella strana sensazione, quasi un freddo nelle ossa che, rileggendo più volte la sceneggiatura, mi ha fatto capire che tutta la storia era pervasa da una condizione di “assenza”. Tutto era così normale da risultare anomalo, così equilibrato da essere disarmonico, così enigmaticamente ovvio.
Mi sono sempre chiesto se nella nostra società esistano ancora classi sociali. Apparentemente no, apparentemente siamo solamente divisi tra chi ha i soldi e chi non ce li ha. Ma ognuno di noi comunica all’altro a che cerchia appartiene e, quasi per caso, passa tutta la vita circondandosi di gente della sua stessa “specie”. “
La bella gente” è proprio questo.
La sensazione di fastidio che ho provato nasce forse dalla consapevolezza di far parte di questa storia come si fa parte di questa società pronta a far finta di nulla di fronte alle differenze e alle prime difficoltà.
Ivano De Matteo