“Good Morning Aman”: l'opera prima di
Claudio Noce sul tema dell’identità
E’ stato presentato martedì alla stampa, ed uscira domani 13 Novembre 2009 in 30 copie, il primo lungometraggio di
Claudio Noce, dal titolo “
Good Morning Aman”. Il trentaquattrenne regista romano, oltre ad avere diretto viedeoclip e spot pubblicitari, ha vinto con uno dei suoi cortometraggi, “
Aria”, il
David di Donatello ed ottenuto svariati riconoscimenti, l’ultimo dei quali come migliore regista esordiente dell’anno. Il suo film in uscita è stato presentato nella sezione “
Settimana Internazionale della Critica” all’ultima
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il lungometraggio di
Claudio Noce, se a prima vista può apparire un’opera a tratti già vista per il suo pur nobile modello narrativo, è in realtà un lavoro anomalo e molto interessante, ben girato e interpretato, capace di una particolare carica visiva evocativa davvero insolita in un’opera prima per il suo rigore e la sua capacità di coerenza e fedeltà allo stile molto personale che si impone, ed è questo il lato maggiormente apprezzabile e degno di nota di “
Good Morning Aman”. Se ad una prima lettura infatti lo schema delle due solitudini che si incontrano può apparire già sfruttato, in realtà il film si rivela decisamente più complesso ed intrigante, capace di spiazzare la banalità di un tema già valorizzato come quello dell’integrazione ed emarginazione sociale. Se il somalo Aman è infatti ai margini della società ed incapace di uscire da questa radicata situazione biologica, il pugile Teodoro è molto più disintegrato di lui, impossibilitato a lasciarsi alle spalle i fantasmi del suo passato che non gli permettono di vivere. L’amicizia tra i due personaggi regala loro un oasi di serenita che, se all’apparenza precaria, breve e caduca, permetterà al giovane Aman di rinnovare la scommessa nei confronti della sua difficile esistenza in un paese ostile per pregiudizio, in una nazione apparentemente tecnologicamente avanzata ed invece a livelli praticamente medioevali per quanto riguardo il suo insito e paradossale stato di globalizzazione ed omologazione.
Il film di
Caludio Noce colpisce per la sua regia intima composta da un puzzle di inquadrature che raramente si stacca dai personaggi, perché riesce a parlare con lucidità, e lo fa con cognizione di causa, dell’andamento sempre più precario, assurdo ed incontrollabile della società in cui viviamo. Anche se ci si può non sentire chiamati direttamente in causa dalle vite di Aman e Teodoro, il film finisce per riuscire a parlare comunque un po’ di (e a) chiunque di noi, e cioè in particolare delle nostre rabbie e disperazioni incontrollate e delle nostre soliutudini struggenti, della voglia e allo stesso tempo dell’impossibilità di fuggire da quello che siamo, non accettiamo e non ci piace, del nostro bisogno di amare frustrato dalla difficoltà di rapportarci e quindi dalle circostanze, del mondo che sembra restare a guardarci con indifferente distanza come se non facessimo parte di esso, come se non ci volesse permettere appunto di trovare un posto alla nostra individualità nel macrocosmo della piattezza degli eventi di tutti i giorni. Inutile dire che tutto questo non è certo poco.
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La genesi del progetto”, ha precisato
Claudio Noce alla conferenza stampa, “
è durata anni. Ho diretto innanzitutto un documentario in cui ho conosciuto il vero Aman. Di lui, ancora più che la sua storia, mi ha impressionato e colpito la rabbia insita nella sua persona. In seguito ho girato un cortometraggio sullo stesso tema, “Adil e Yusuf”, che è stato presentato nella sezione “Corto, Cortissimo” a Venezia. Poi ho scritto “Good Morning Aman”; il progetto si è bloccato e poi è ripartito grazie soprattutto all’entrata nell’operazione di Valerio Mastandrea che mi segue da anni dal momento che ci conosciamo da quando ho fatto l’assistente alla regia in “L’Odore della Notte”. Così Valerio è diventato produttore associato del film".
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Preciso subito”, ha puntualizzato di seguito il noto interprete, “
che il mio apporto produttivo al film è soprattutto artistico, con Claudio abbiamo discusso a lungo della sceneggiatura e del mio personaggio, e poi semplicemente legato al fatto che ho accettato di non essere pagato per il mio impegno di attore. Di Teodoro mi ha colpito la complessità della sua personalità, probabilmente perché mi affascina interpretare personaggi che corrono sul filo tra il bene ed il male. Però va precisato che, aldilà del mio piccolo sostegno al film, i veri produttori che non hanno dormito la notte per portare nelle sale questo progetto sono Angelo Russo Russelli e Linda Vianello a cui va ovviamente tutta la mia stima. Riguaurdo alle opere prima in realtà ero un po’ esausto in partenza, davvero stanco di vedere giovani e bravi registi praticamente piangere solo per le difficoltà che incontravano per portare a termine le riprese del loro film; poi la storia di “Good Morning Aman” ed il talento di Claudio non mi hanno più lasciato dubbi e mi sono decisamente buttato nell’impresa" (il sottoscritto Giovanni Galletta, che sta appunto cercando disperatamente di concludere come desidera le riprese del suo lungometraggio, si dichiara commosso da questa dichiarazione così partecipe ed autentica).
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Il nucleo tematico portante del film era quello dell’identità”, ha continuato il regista, “
Mi sembrava appunto molto interessante il fatto di mostrare come, pur parlando di integrazione razziale, un uomo si potesse disintegrare anche peggio di un extracomunitario. Aman e Teodoro sono due personaggi a specchio, lontani anni luce l’uno dall’altro eppure estremamente simili nel dilagare dei loro rispettivi smarrimenti. Il fatto che sia l’italiano Teodoro a regalare una possibile rinascita al somalo Aman rappresenta a mio avviso un messaggio importante a cui quindi tengo molto”.
L’indubbia personalità e talento di
Claudio Noce arricchisce senza dubbio il cinema d’autore italiana di una presenza importante e rara, senza dubbio da valorizzare con la visione di questo film.
12/11/2009, 16:34
Giovanni Galletta