Stefano Savona filma la guerra a Gaza in "Piombo Fuso"
Lunghi silenzi si alternano a preghiere rivolte verso un Dio a cui si chiede vendetta e verso cui la fiducia non viene a mancare neanche di fronte al corpo esanime del proprio figlio. E' questo lo scenario che la telecamera di
Stefano Savona si ritrova a riprendere in "
Piombo Fuso", in seguito agli scontri avvenuti nella Striscia di Gaza dopo il 6 gennaio 2009.
Il lavoro, a detta del regista, "
nasce dall'urgenza di raccontare in tempo reale gli avvenimenti e le prime sequenze vennero inviate in Italia attraverso dei telefoni cellulari e poi messe in onda su internet. A differenza delle altre volte non ho potuto far sedimentare le immagini, ma riconosco che l'urgenza mi ha dato una forza maggiore e quasi inaspettata". Nel documentario al dibattito politico si preferiscono i volti di migliaia di giovani costretti a scavare sotto le rovine per trovare qualcosa con cui scaldarsi, ma pronti a morire in nome del proprio Dio. Poco presenti anche le armi, ma a detta di
Stefano Savona, questa č stata una scelta quasi forzata: "
Se ci fossimo avvicinati alle armi anche per pochi minuti, probabilmente non saremmo qui per presentare il film, dal momento che chi ci ha provato si č poi trovato al centro di sparatorie lunghe due ore".
15/11/2009, 15:00
Antonio Capellupo