Note di regia del documentario "Magari le Cose Cambiano"
Vivo a Roma da 6 anni. Poco per esserci abituato, ma abbastanza per sentire il peso quotidiano di errori e ingiustizie urbanistiche che hanno segnato e continuano inesorabili a segnare la qualità della vita di migliaia di cittadini come me. E’ davvero brutto e pesante perdere ore in infinite code di auto e cemento. E’ davvero brutto e pesante vedere parchi o giardini abbandonati all’incuria. E’ davvero brutto e pesante vivere in piccoli appartamenti schiacciati dal traffico e dai costi incettabili di un mercatoimmobiliare gonfiato ad hoc.
Così, grazie alla grande condivisione con ZaLab e alla collaborazione di Off!cine, ho cercato di creare un racconto per non tacere il mio disagio e la mia rabbia. Un racconto capace di seguire in silenzio le vite, i pensieri, le scoperte di meravigliose persone come Neda, Sara e degli altri cittadini di Ponte di Nona che hanno accettato di partecipare al film. Un silenzio disponibile a capire, ma anche semplicemente curioso di vedere, di cercare nella realtà i segni di ferite e ingiustizie, ma anche gli sguardi di speranze e dignità.
Poterlo fare insieme alla fotografia di Luca Bigazzi è stato un’occasione importantissima, per trovare anche nell’estetica e nella geometria delle immagini e della loro luce uno strumento profondo di racconto e scoperta di luoghi e persone. Con Luca abbiamo deciso di girare tutto a mano, per dare attraverso una leggera instabilità della riprese l'idea di ansia che dà il luogo. Con un istinto da grande artista, ha costruito geometrie perfette a cercare i vuoti, i cementi, le solitudini, senza congelarle con il cavalletto, ma lasciandole traballare nella loro eterna precarietà.
Andrea Segre