Note di regia del documentario "Ai Lov Itali"
Lʼho conosciuta per caso, una sera dʼestate, grazie a un amico che abbiamo in comune.
E, sempre per caso - quella sera e poi altre, faticosissime sere - ho ascoltato basito la sua storia.
Raccontata così: con quella sfrontata dignità materna, umile e grintosa, che soltanto la disperazione può donare.
Antonella - che la vita ha reso dura, vera, dolce e spigolosa - non ha quasi più niente da perdere: e ha occhi che spergiurano tenerezza.
Trafitta comʼè da un vivido senso dʼamore, e da un istinto brado, eroico, di umana sopravvivenza.
Abbraccia i figli come si abbraccia la speranza in un difficile letto dʼospedale.
Ricordo questo: che la seconda volta che ci parlai le chiesi quanti anni aveva.
E lei mi rispose trentotto.
Ma il nostro amico comune la corresse, ricordandole che in realtà ne aveva soltanto trentasette.
Antonella allora si voltò, mi guardò dritto negli occhi, e mi disse, gesticolando: “
Vedi Emiliano cosa vuol dire, non poter pensare più neanche a se stessi?”.
Lo disse a me, sì - proprio a me - che per mestiere ho deciso di pensare molto a me stesso.
Fu in quel momento che senza neanche un attimo di esitazione decisi che di lì a poco avrei raccontato la sua storia.
Emiliano Cribari