"La Strategia degli Affetti": un film sull’equilibrio
instabile di certe famiglie e degli adolescenti
Dodo Fiori ha presentato in conferenza stampa “
La Strategia degli Affetti”, il suo secondo lungometraggio passato ieri in anteprima alla sala Galleria di Bari all’interno del programma del
Bif&st.
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Il film nasce dalla voglia di raccontare come la struttura e l’impostazione della famiglia è cambiata negli ultimi anni”, ha precisato il regista che si annovera anche come produttore della pregevole opera prima di Claudio Noce “Good morning Aman”. “
Credo che in mezzo alle persone tutti appaiono più o meno normali, ma poi all’interno delle mura domestiche si possono annidare anomalie che si tendono a celare e che magari non sono sospettabili. Il personaggio del protagonista l’ho costruito insieme a Paolo Sassanelli che mi ha aiutato molto dando colore e sfumature al ruolo che ha finito per rendere più umano; insieme abbiamo esplorato le dinamiche della famiglia che raccontiamo nel film, il mio secondo lavoro che ha avuto un corso difficile dal momento che non è un’opera facile; l’uscita adesso è annunciata in primavera”.
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Del film mi ha affascinato la sceneggiatura che ho trovato scritta molto bene, certo grazie a Dodo ma anche per l’apporto di Heidrun Schleef, la sceneggiatrice di tanti lungometraggi tra cui La Stanza del Figlio", ha dichiarato l’interprete protagonista
Paolo Sassanelli. “
Credo che essere simpatico e allo stesso tempo inquietare sia una cosa molto affascinante nella costruzione ed interpretazione di un personaggio, e questo infatti ho cercato e sono stato spinto a fare nel film di Dodo”.
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La Strategia degli Affetti” è un lungometraggio ben calibrato in cui la tensione cresce proporzionale al corso dell’opera, è un film nel quale si riesce ad intravedere il punto di non ritorno dell’equilibrio instabile di certe famiglie ma anche degli adolescenti allo sbando privi di veri appigli e punti di riferimento ad iniziare dal rapporto con i loro genitori. Nonostante certi snodi drammaturgici che potevano essere anche maggiormente sfruttati (fattore che si può vedere anche come un pregio) il finale del film, per quanto spiazzante, è intonato al resto della narrazione e di impatto, rivelatore della freschezza ed ispirazione generale della scrittura nonché della coerenza della regia. Si tratta di un buon lavoro quindi, che merita attenzione e riconoscimenti.
29/01/2010, 17:37
Giovanni Galletta