"La Pivellina", viaggio al margine della tenerezza
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La Pivellina" è una camminata, camera in spalla, sul confine di ciò che appare marginale. Un film che racconta la storia di
Asia, bambina di due anni abbandonata in un parco giardino condominiale, dove la città sembra finire ed i vuoti sono frammenti di un confine rimasto incompiuto.
Patty, moglie di
Walter il clown tedesco, nonna di
Tairo, adolescente figlio di domatori di leoni, incontra la pivellina cercando il cane
Ercole, ed è subito complicità.
Complicità che si diffonde tra le poltrone del
Filmtheater am Friedrichshain, piene di bambini per la proiezione del film nella sezione
Generation Kplus. Asia conquista immediatamente tutti con la spontaneità delle sue risate mentre gioca nelle pozzanghere, con la dolcezza del suo addormentarsi ninnata da Patty, con le parole appena accennate. E' la tenerezza del quotidiano, raccontata attraverso la prossimità dalla coppia di registi, la vera protagonista del film; la tenerezza che allontana ogni stereotipo, che tiene lontani pensieri tristemente comuni legati a nomadi e bambini.
I protagonisti si muovono attraverso i paesaggi perimetropolitani, nel territorio dove il sicuro, lo stabile, diventa nomade, incerto, instabile; territori marginali ed invisibili, concretamente presenti in ogni città europea, abitati, attraversati, vissuti quotidianamente nei quali la pivellina diffonde la stablità della tenerezza, porta gioia, festa, entusiasmo. Entusiasmo che permane nella sala alla fine della proiezione, quando i due registi (
Tizza Covi e
Rainer Frimmel) e Walter, presenti in sala, vengono letteralmente sommersi di domande dai piccoli spettatori e dal resto del pubblico presente in sala.
17/02/2010, 19:41
Marco Lenzi