Note di regia del documentario "Le Città Invisibili del Veneto"
Il documentario ha preso spunto da un corso per insegnanti, i cui temi principali erano il teatro e il dialetto nelle loro mille possibili intersezioni creative. E’ liberamente ispirato alle città invisibili di Calvino: i due protagonisti, un vecchio maestro e una giovane attrice, cercano il senso profondo e le varianti formali di una classica favola veneta vagando tra le “città invisibili” del Veneto, quelle dove idealmente si esprimono e attualizzano alcuni tòpoi fondamentali di una cultura popolare: le fiabe, le filastrocche, i racconti infantili, i giochi, il lavoro manuale ecc... Queste città invisibili sono abitate da personaggi che nel solco della cultura materiale e linguistica della tradizione si muovono, discutono, recitano. Sono attori, insegnanti, bambini, ricercatori. Così la finzione e il documentario si intersecano, chiudendo la città dei dotti nelle mura di Montagnana, mentre la città dei bimbi che raccontano è ospite delle valli zoldane e la città delle filastrocche si disperde tra i colli del trevisano, la città dei giochi e del lavoro è stata salvata dai capricci del Po in un’antica casa padronale del Polesine. E così via, la città dei cambiamenti, quella delle fòle.....
Mario Chemello