Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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"Amore Liquido": un film sulla delicata
tematica della pornodipendenza


Un tema scottante come quello della pornodipendenza viene affrontato in "Amore Liquido" di Marco Luca Cattaneo, con protagonista un silenzioso e solitario quarantenne operatore ecologico interpretato magistralmente dall'attore bolognese Stefano Fregni.


Venticinquemilaeuro e tanta buona volontà. Questi sono i due ingredienti fondamentali che hanno portato “Amore Liquido” sullo schermo del cinema Aquila in occasione del RIFF (Roma Indipendent Film Festival) 2010.

Marco Luca Cattaneo, classe ’77, laureato al Dams di Bologna, affronta con questo suo primo lungometraggio la delicata tematica della pornodipendenza.
Mario, il protagonista interpretato dal convincente Stefano Fregni (attore bolognese molto attivo nel cinema indipendente), è un operatore ecologico, silenzioso e solitario osservatore nella città semideserta, svuotata dalle vacanze estive. Mario lavora di notte e accudisce la madre invalida, i suoi unici rapporti col mondo sembrano essere quelli virtuali, le chat e i siti pornografici davanti a cui si masturba. Passivamente osserva la realtà senza interagire realmente con essa. Qualcosa dentro di lui cambia quando trova nella spazzatura dei dischi che contengono delle foto e dei filmati. Mario trova la ragazza dei filmati, Agatha, riesce a conoscerla e ad entrare nella sua vita. Le sue attenzioni vengono ricambiate ma lui non è più abituato ai rapporti reali con le persone in carne e ossa e prendere coscienza di questo problema lo mette in crisi.

Amore Liquido”, girato in alta definizione, è stato prodotto dall’Associazione Culturale Evoè in collaborazione con le società bolognesi Zoomworxs e Red Cross Movie che hanno messo a disposizione uffici e mezzi tecnici. Il film stato realizzato a Bologna in poco più di tre settimane non consecutive tra il 2008 e il 2009, grazie al contributo di tutti coloro che hanno lavorato senza essere pagati ma entrando in partecipazione nella produzione. Il risultato di questo impegno è ben visibile, sia qualitativamente che quantitativamente, e il film meriterebbe almeno una piccola distribuzione per dimostrare che il polso del cinema italiano batte ancora (seppur piano).

14/04/2010, 10:55

Daniele Malavolta