Riccardo Della Ragione: "Nel brano Una Vita a Metà del film
Dopo Quella Notte c'è la morte, la vita e la condivisione"
Come è iniziata la sua carriera come compositore di musiche per il cinema?
Riccardo Della Ragione: Ho cominciato componendo canzoni, in realtà nasco come cantautore, avevo già fatto qualcosa anche per il teatro in stile Musical, poi nel 1999 venne a Livorno il regista Stefano Calcagna a girare il suo primo film “
Senza Paura”, che fu anche l’esordio di Alessio Boni come attore cinematografico. Quando la troupe arrivò in città mi fu proposto di recitare come attore, ed appena ho avuto l’occasione di parlare con il regista gli confessai che non mi interessava tanto fare un piccolo ruolo ma provare a scrivere la colonna sonora del film in quanto compositore e cantante. Calvagna fu molto schietto e mi disse “
questa è la sceneggiatura, fammi vedere cosa sai fare” Dopo averla letta realizzai una prima stesura di un brano unico che durava 20 minuti in cui commentavo tutte le emozioni che la sceneggiatura mi aveva dato. Il mio lavoro piacque tantissimo a tutti, regia, produzione e attori. Ricordo sempre che Alessio Boni era uno dei miei sostenitori più accaniti insieme al regista. Da lì in poi Stefano Calvagna mi ha sempre chiamato in ogni suo lavoro ed ho sempre fatto del mio meglio nel seguire le sue indicazioni e nel cercare ogni volta di crescere professionalmente.
La sua ultima opera, sono le bellissime musiche per il film "Dopo Quella Notte". Ci può parlare di come ha realizzato la colonna sonora di questo film?
Riccardo Della Ragione: Sono partito come sempre dalla sceneggiatura, che ho letto con cura dopo aver parlato più volte con il regista Giovanni Galletta. Questi incontri mi hanno portato a porre una particolare attenzione all’aspetto "mistico" che lui voleva esaltare, ovvero nell’affrontare la questione della morte si può imparare a vivere. Concordammo su molti aspetti, che fanno parte del percorso religioso che ognuno coltiva nella propria spiritualità. Nel film il lutto diventa un "tormento", un pensiero costante stimola il percorso dei vari personaggi. Questo pensiero ricorrente per Giovanni Galletta si chiama “malinconica ridondanza”. Il tema principale del film, infatti, è stato composto seguendo la volontà del regista di mettere in risalto questa "malinconica ridondanza" in cui entra la mente di chi soffre per un lutto. Ma la cosa che entrambi volevamo era che questa stessa melodia fosse malinconica e triste in alcuni momenti e gioiosa e allegra in altri. La mia sfida è stata trovare le note giuste che potessero commentare questi due estremi senza delle sensibili variazioni. Devo dire che sono contento del risultato perché la musica che commenta i momenti tristi è la stessa che commenta i momenti gioiosi, le variazioni sono veramente impercettibili, un po’ come succede a tutti noi, a volte sono delle variazioni impercettibili a fare la differenza del nostro stato d’animo.
Nel testo della canzone principale della colonna sonora del film "Dopo Quella Notte" c'è questa bellissima frase "Passo su passo io salgo con te. Fino al punto più alto che c’è. E da lì la bellezza nel cuore entrerà. Tra i sorrisi e l’amarezza di una vita a metà". Ce la può spiegare meglio?
Riccardo Della Ragione: E' chiaro che stiamo parlando del percorso che i protagonisti fanno, che, anche, se viene fatto in modo autonomo, è condiviso in quanto ognuno è legato agli altri da un filo sottile. Salire fino al punto più alto vuol dire risolvere il dramma insieme e da lì nel nostro cuore entra un nuova consapevolezza, che viene stimolata dalla bellezza esteriore di essere arrivati sulla vetta. Questo dà la forza a chi ha fatto il percorso di apprezzare sia la tristezza, che è stata la causa scatenante, che la gioia che addirittura si amplifica in quanto condivisa. “
Una vita a metà” potrebbe essere percepita come una affermazione negativa, in parte lo è ma questa è una scelta voluta. Penso che tutte le cose che affrontiamo possono essere negative e al tempo stesso positive, dipende molto da noi, da come le elaboriamo, dal percorso che facciamo. Il titolo “
Una vita a metà” contiene vari significati, il primo è quello del protagonista che muore nell’incidente: la sua vita si interrompe in gioventù e quindi non è stata pienamente vissuta, in realtà anche una esistenza interrotta può essere stata più degna e piena di una vita più lunga. Un altro significato è che nessuno vive una vita completa, appagata. Ci sono sempre delle cose che non potremmo avere o fare ma non per questo la nostra vita diventa una vita da disprezzare. Un ulteriore significato è quello della condivisione. Viviamo sempre la vita a metà con qualcuno, i genitori, i fratelli e le sorelle, gli amici, il rapporto di coppia. Nessuno vive veramente da solo, a meno che non lo voglia. L’ultimo significato e quello più importante, è quello della trascendenza, ovvero la morte. Tutti noi in realtà viviamo la vita a metà con la nostra parte spirituale che è eternamente connessa alla parte che meno conosciamo di noi stessi, che trascende la vita presente e ci proietta verso l'eternità. E' quello con cui ognuno di noi fa i conti quando veramente è da solo con se stesso e stranamente, anche in quel momento, ci si trova a parlare con la propria anima, con il proprio Dio, con la propria coscienza, con la propria legge. Questo è il vero percorso che ci accomuna e che viene stimolato dalle cose che ci accadono, il più delle volte questi stimoli arrivano dalle sofferenze, ma a volte anche dalla bellezza, l’importante è non perdere mai l’occasione di fare un passo in più. Comunque, se devo dire quale è la frase che più mi stimola di tutta la canzone è proprio quella iniziale, la prima strofa velatamente riassume tutti concetti appena elencati “
guarda più su, verso i tuoi piedi che puntano al cielo” ovvero, guarda oltre quello che ti sta succedendo guarda in alto verso il divino e allo stesso tempo verso i tuoi piedi, verso il percorso che stai facendo, se i tuoi piedi puntano al cielo stanno facendo il giusto percorso, ovvero, metabolizzare le situazioni per fare un altro passo nella propria crescita spirituale. “
Guarda verso i tuoi piedi che puntano al cielo” è la descrizione del destino che ci accomuna tutti, quando una persona è sdraiata i piedi puntano naturalmente verso il cielo, tutti un giorno, speriamo lontanissimo, moriremo e guardare le cose che ci succedono con questa consapevolezza ci rende tutti molto più umani e allo stesso tempo più vicini alla spiritualità della vita.
Nel film ha realizzato una musica per la scena della discoteca. Ci può parlare di questa canzone?
Riccardo Della Ragione: “
Let’s freak” è il brano che ho composto per la scena della discoteca, una delle scene chiave del film. In questo ho avuto il piacere di collaborare con uno dei DJ più attenti alle tendenze della musica in discoteca, il DJ Claudio Cava. In più nel film abbiamo avuto l’onore di avere un vocalist di eccellenza, una delle voci storiche di Video Music, il mitico Jhonny Parker.
Come è stata la sua collaborazione con il regista Giovanni Galletta?
Riccardo Della Ragione: Ho conosciuto Giovanni nel marzo del 2009 al
Roma indipendent Film Festival Ero lì per la proiezione di un film dove avevo realizzato le musiche “
Tutti intorno a Linda”. Sentii una voce che mi chiamava “
Maestro Della Ragione, Maestro Della Ragione”: era appunto il regista Giovanni Galletta che mi chiamava per chiedermi, che se mai avesse fatto il suo film, la mia disponibilità a fare la colonna sonora in quanto era rimasto molto colpito dalle musiche che avevo realizzato per “
L’Uomo Spezzato”. Successivamente ci incontrammo più volte, per conoscerci meglio e per valutare il suo progetto, ed infine ho accettato con gran piacere questo incarico in quanto mi dava la possibilità di esprimere alcuni concetti in modo musicale al quale tenevo molto. Giovanni ed il suo film sono stati per me un grande stimolo, ho apprezzato molto la sua purezza comunicativa e le indicazioni che mi ha dato, non avrei potuto scrivere le musiche e le canzoni senza lo "stimolo" del regista e della sua sceneggiatura.
Oltre che la colonna sonora di "Dopo Quella Notte" aveva realizzato le musiche dei film di Stefano Calvagna e di Barbara e Monica Sgambellone. ci può parlare di queste sue esperienze artistiche?
Riccardo Della Ragione: Ogni volta che inizio una colonna sonora è l’inizio di una storia che si sviluppa tramite il rapporto con la sceneggiatura e con il regista. Tutte le volte ne esco arricchito anche dal punto di vista umano. Ho sempre avuto un buon rapporto con i registi con cui ho lavorato, perchè prima di iniziare a comporre cerco di ascoltare molto bene il suono che quel film mi chiede.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Riccardo Della Ragione: Il prossimo progetto, che in realtà è quasi ultimato, è la colonna sonora de “
L’Erede” di Michael Zampino. Per questo film ho utilizzato delle nuove tecniche di composizione, lavorando molto sul significato induttivo legato all’ambientazione sonora. Da non perdere!
18/07/2010, 16:16
Simone Pinchiorri