"Hai Paura del Buio": la storia di due illusioni
legate al concetto di globalità
Il regista
Massimo Coppola presenta alla
25. Settimana Internazionale della Critica della Mostra di Venezia "
Hai Paura del Buio", un film italo rumeno che racconta la storia di due illusioni legate dal concetto globale che accomuna la piana di Melfi ai confini a est della nuova Europa. Bucarest è una metropoli poi non tanto diversa da come se l’immaginava Eva, una ragazza rumena dolce e orgogliosa. Ad Eva non è stato rinnovato il contratto in fabbrica e decide che è arrivato il tempo di partire. Meta: Melfi, paesino dell’entroterra meridionale italiano, noto per l’enorme stabilimento FIAT. Melfi sembra un luogo ritagliato nell’altrove, un posto collocato in un altro mondo e in un altro tempo, quasi come fosse stato creato per sottolineare il divario tra la civiltà contadina e quella post industriale.
Eva trova ospitalità da Anna, una sua coetanea che lavora alla FIAT. Fa amicizia con un gruppo di donne, poi ne sceglie due, infine una sola. Da questo momento in poi Eva diventerà la sua ombra, cominciando a spiarne ogni movimento e imparando a conoscere alla perfezione abitudini e comportamenti. Le due donne arriveranno a essere molto vicine, diventando poco alla volta vittime e carnefici di un terribile gioco al gatto e al topo. Il regista ha raccontato di aver girato e montato il film con passaggi rapidi e lunghi piani sequenza ricercando faticosamente il significato – oltre che il significante- dello scontro tra realtà e nevrosi del guardare. La nevrosi dell’occhio è un tentativo di mettere ordine nel caos usando l’essenzialità e il rigore delle forme. Il momento fondamentale del film è rappresentato dall’intreccio delle vite delle due protagoniste con il loro carico di dolore e solitudine e la sensazione di sconfitta che le affligge entrambe sono la chiave per parlare di ciò che le circonda.
Massimo Coppola ha spiegato di non essere interessato troppo alla “morale della favola” e ha dichiarato di non credere al cinema ideologico, ma alla forza individuale come motore di ricerca e spunto di riflessione e cambiamento. Magari in qualche modo il mio film è un tentativo di cinema politico, tentativo che diviene efficace solo se giunge ad essere linguisticamente autentico e coerente fino all’ossessione eppure decifrabile, un cinema che vuole essere vicino a chi lo guarda, nella speranza di poter offrire la possibilità della bellezza.
Massimo Coppola è nato a Salerno ma vive e lavora a Milano. È anche scrittore e autore di installazioni artistiche. Ha scritto e condotto programmi televisivi e radiofonici e collabora con diverse testate giornalistiche tra cui la rivista cult di musica rock Rolling Stone. È davvero interessante lo sguardo che offre con Non hai paura del buio sia sull’universo femminile che su quello delle ondate migratorie di questi ultimi anni.
06/09/2010, 20:38
Claudia Verardi