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Fabio Bastianello: "Il mio film, Secondo Tempo, è mai
come in questi giorni ancora attuale e veritiero"


Fabio Bastianello:
"Il mio film, Secondo Tempo, è mai come in questi giorni ancora attuale e veritiero. Al di là dei fatti di cronaca, i commenti non tengono mai conto delle posizioni sociali. Non si nota nessun tentativo di politiche neutrali che possano essere realmente costruttive. Lo scopo del mio film è di essere uno strumento di informazione per comprendere senza additare. Non a caso è stato definito un "filmdoc" e non a caso si parla di ipo-iperrealismo. Ho conosciuto da dentro il mondo degli ultras e ho voluto farlo conoscere in questo modo, senza schierarmi, forse questo "modus operandi" aiuterebbe ad affrontare meglio il problema della violenza negli stadi".

E' Il punto di vista "neutrale" di Fabio Bastianello, il regista italiano di "Secondo Tempo", film discusso e premiato sul mondo degli ultras. Bastianello è l'unico esperto italiano che ha voluto conoscere bene ultras e polizia per girare il suo film. Così reale da sembrare un documentario.

"E' la prima volta nella storia dello sport che si manifesta l'ultras nazionale", - prosegue il regista di "Secondo Tempo" - "abbiamo sempre visto gli ultras di club. Anche durante le varie guerre, le squadre che si incontravano, pur essendo di fazioni con stati in guerra, non trasmettevano tensioni all'interno dello stadio".

I fatti di Genova ribaltano violentemente la scena di un film che è realtà: "La vita che conduciamo deve essere vietata ai 18 anni come il mio film".

Il lavoro di Bastianello, 38 anni, friulano, allievo di Olmi, apprezzato un mese fa alla Mostra di Venezia e premiato al Festival Cinematografico Cinema&Ciociaria, è anche finalista della rassegna internazionale del cinema sportivo FICTS. "Secondo Tempo", pellicola girata in un'unica sequenza per 105 minuti, senza staccare le telecamere, sarà protagonista di Sport&Movies 2010, con una proiezione prevista lunedì 1° novembre a Milano (Giureconsulti, ore 18).

"Secondo Tempo" di Bastianello, girato totalmente dal Comunale di Torino, rappresenta uno spaccato vero delle tifoserie e ha definito un nuovo genere cinematografico chiamato dalla stampa iporealismo.

15/10/2010, 14:49