Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del documentario "Ritratto di Mio Padre"


Note di regia del documentario
Fare un film è un'occasione straordinaria per mettere a fuoco uno sguardo sulla vita che mi circonda per questo considero a tutti gli effetti “Ritratto di mio padre” come il mio terzo lungometraggio.
Questa volta, attraverso mesi di lavoro in moviola con il mio montatore Walter Fasano, rovistando fra Super8, fotografie, articoli di giornale, racconti, ho cercato di ricostruire la figura di mio padre, cercando di riaccendere frammenti di memoria, brandelli di emozioni, scoperte e ri-scoperte di un uomo che ho imparato a conoscere nel tempo, che continuo a conoscere tuttora.
Sapevo di avere in casa dei filmati super 8 girati da mio padre e dai suoi amici e sono partita proprio da questo archivio di famiglia per costruire l’intero racconto.
Ho subito capito che avrei mostrato la vita e la carriera di Ugo usando quelle immagini inedite e decisi che avrei incontrato i protagonisti di quei momenti affinché potessero raccontarmi ciò che avevo trovato nei cassetti.
Ho passato giornate intere con Manuela Tempesta negli archivi televisivi per scegliere le apparizioni più significative portando in moviola quattordici ore di materiale, mi sono rivista tutti i film (oltre 150), ho sfogliato album pieni di articoli, libri di cucina.
Il mio ritratto è nato dall’insieme di tutto questo. Dal desiderio di (ri)conoscere un uomo che era mio padre ma che non ho avuto il tempo di vivere.
Dalla voglia di mostrarlo da un punto di vista che nessuno aveva mai fatto osservandone pregi e difetti, soffermandomi sulla cinematografia che secondo me aveva amato di più, raccontando film meno conosciuti al grande pubblico, le sue regie e il teatro.
Un Tognazzi più segreto, un Tognazzi inedito. Un cinema lontano e attualissimo. Un paese diverso.
Con grande gioia Sergio Cammariere ha accettato di scrivere l’intera colonna sonora originale e canta nei titoli di coda del film una bellissima canzone mai suonata.
Questo lavoro è il mio piccolo omaggio a vent’anni dalla sua scomparsa, l’unico modo che avevo per parlare ancora con lui e dirgli grazie.

Maria Sole Tognazzi