Note di regia del documentario "Fryederyck Chopin"
Questo documentario non intende essere un racconto della vita di Chopin, né una descrizione didascalica della sua musica. Naturalmente, sia gli aspet biografci, sia la sua poetca compositva sono ampiamente trattato, ma per uno scopo diverso: fare scoprire allo spetatore l’anima più profonda del mondo chopiniano attraverso le potenzialità intrinseche del linguaggio audiovisivo. Associando, ad esempio, alcune delle sue più intense composizioni a immagini partcolarmente pregnant, si può cogliere la magia della sua arte in modo più direto e intuitvo di qualsiasi spiegazione testuale. Non mancano, peraltro, contributi critci di alcuni dei più illustri e lucidi studiosi e interpret chopiniani, come Charles Rosen e Daniel Barenboim. Si è anche cercato di ofrire una letura sfaccetata, non univoca, del mondo di Chopin. Così può capitare che le opinioni espresse dai vari intervistat non siano sempre allineate, e ciò produce una stimolante dialettica che raforza la propulsione narratva.
Il documentario si snoda atraverso varie aree tematche reciprocamente collegate: la formazione giovanile, il rapporto con i paesaggi e le tradizioni popolari della campagna polacca, l’identtà patriotca, i retaggi della tradizione musicale di Bach e del belcanto italiano, gli struggiment esistenziali e visionari dell’ultimo periodo. I nuclei narratvi sono scandit dalle apparizioni reiterate dello stesso Chopin (in forma di immagine animata, con la voce di Fabrizio Bentvoglio) che rievoca alcuni moment salient della sua vita. La scelta delle musiche ha volutamente escluso i brani più abusat (manca, non a caso, il celeberrimo Noturno op. 9 n. 2, così come lo Studio op. 10 n. 3 “Tristesse”), dando ampio spazio, invece, alle composizioni più rappresentatve della complessa personalità di Chopin. Numerose sono, quindi, le Mazurke citate, così come è dato risalto alla Polacca-Fantasia e alle Ballate. Proprio il tema principale della quarta Ballata è costantemente associato alla voce di Chopin: esso riappare ogni volta in forma sempre più struggente e interiorizzata, alimentando il senso drammatco e il coinvolgimento emotivo dello spettatore.
Questo flm si rivolge a tut i tpi di pubblico, a prescindere dalla preparazione musicale: il fne conoscitore di Chopin saprà certamente apprezzare i preziosi e rari contribut d’archivio con alcune delle più intense interpretazioni chopiniane di Alfred Cortot, Arturo Benedet Michelangeli e Martha Argerich, o sarà afascinato dalla sorprendente somiglianza della musica folclorica polacca con le mazurke di Chopin; chi invece conosce solo superfcialmente la musica di Chopin potrà scoprirvi un universo poetico di impressionante atualità, in cui immedesimarsi e commuoversi. Se ciò avverrà, il nostro lavoro non sarà stato vano.
Angelo Bozzolini e
Roberto Prosseda