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"Una Vita Tranquilla": quando il passato è troppo pesante


"Una Vita Tranquilla" di Claudio Cupellini, un noir con protagonista uno splendido Toni Servillo nei panni di Rosario, un uomo scappato in Germania per dimenticare un passato difficile, che però tutt'un tratto riaffiora in modo agosciante e drammatico. Il film è prodotto da Acaba Produzioni, Babe Films ed Eos Entertainment in collaborazione con Rai Cinema, Canal + e Cinecinema, ed è distribuito dalla 01 Distribution.


"Una Vita Tranquilla" di Claudio Cupellini ricorda, nella struttura, "A History of Violence" di David Cronemberg con Viggo Mortensen nei panni del protagonista che si rifà una vita lontano da tutto.
Nel film di Cupellini, c'è Tony Servillo, diverso dal solito e per questo molto bravo e giusto nel ruolo. Più espansivo e più attivo del solito Servillo appare privo di quella staticità che contraddistingue la sua recitazione. Nel film è Rosario, napoletano emigrato e proprietario di un avviato ristorante in Germania che d'un tratto vede piombarsi davanti la sua vecchia vita nei panni del figlio lasciato in Italia nei primi anni 90 dopo una repentina fuga. Tra il gelo e le nebbie dell'Assia il giovane in compagnia di un poco raccomandabile amico fa visita a Rosario e con lui si piazza nel suo hotel in attesa di un imprecisato evento. La vita tranquilla è quella che vuole disperatamente il Rosario di Tony Servillo, ma sembra che il suo passato, riapparso insieme al figlio, sia troppo pesante per fargli raggiungere questo obiettivo.

"Una Vita Tranquilla" riesce a far presa sul pubblico e cattura l'attenzione dall'inizio alla fine, sia grazie alla bravura degli attori sia per l'ambientazione particolarmente indovinata. Claudio Cupellini" però, malgrado diriga in modo impeccabile, sembra aver timore di osare di più, un limite riscontrabile in molti giovani registi italiani; la paura di affondare il colpo quando la situazione lo permette, arriva forse per evitare di essere etichettati "di genere". La differenza con il film americano citato all'inizio è proprio questa: se c'è una situazione di tensione, Cronemberg non teme di "mettere paura" allo spettatore, come non si ferma davanti alla necessità di mostrare indispensabili scene di violenza per aumentare il coinvolgimento. Lo stile di Cupellini è leggero e non colpisce nei momenti più importanti. Il film resta comunque di qualità e senz'altro da vedere.

In Concorso nella Selezione Ufficiale della 5° edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, uscirà in sala il 5 novembre 2010 distribuito da 01. La produzione italiana è stata realizzata da Acaba Produzioni con il contributo finanziario di Rai Cinema e del Mibac.

04/11/2010, 22:03

Stefano Amadio