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Aldo, Giovanni & Giacomo e la loro commedia di qualità


Aldo, Giovanni & Giacomo: "La Banda dei Babbi Natale è una commedia di qualità. Non c'è da aspettarsi la risata grassa, ma la giusta dose di ironia e sentimento. Volevamo che uscisse un lavoro che permettesse al pubblico, uscendo dalla sala, di essere soddisfatto di aver visto un film".


Aldo, Giovanni & Giacomo e la loro commedia di qualità
“Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova”. Questa massima deve essere frullata a lungo nelle menti del trio che, dopo essersi affermato su larga scala e aver assistito alla nascita del proprio “mito” sul finire degli anni '90, a metà dei '2000 ha creduto di “rinnovarsi”, svendendosi ad una comicità di stampo televisivo che ha dato vita a mostri quali “Anplagghed al Cinema”, “Il Cosmo sul Comò”, passando per le macchiettistiche apparizioni in spot tv. Ma quando il potenziale comico è di qualità, la risalita può avvenire proprio ripartendo dal passato, facendo un salto indietro ai tempi delle commedie stile “Chiedimi se sono felice”. Aldo, Giovanni & Giacomo citano (dalla palla da bowling de “Il grande Lebowski” alla camminata in rallenty sulle note di “Little green bag” di tarantiniana memoria) e si autocitano, mettendo insieme una serie di situazioni spesso poco credibili, ma nell'era della rara qualità e nella società del “meno peggio”, questo genere di commedia, a confronto con ciò che viene “sfornato” in periodo natalizio nel Bel Paese, sembra addirittura poter non avere rivali.

In apparenza, lavorare con il trio e intervenire sui certi meccanismi, ormai ben oleati, non sembrava semplice al regista Paolo Genovese: "Credevo di trovare un gruppo di attori del tutto anarchici, e invece ogni “inizio scena” è sempre stato rispettato. Poi partiva il cazzeggio e l'improvvisazione, ma più per il gusto di farlo e non per obbligo di sceneggiatura. E poi per me, loro fan da sempre, è stato come allenare la squadra che tifi fin da bambino". Per Aldo Baglio, era importante tornare a fare una commedia di qualità "e credo che ci siamo riusciti. Non c'è da aspettarsi la risata grassa, ma la giusta dose di ironia e sentimento. Volevamo che uscisse un lavoro che permettesse al pubblico, uscendo dalla sala, di essere soddisfatto di aver visto un film". Nel film, Giovanni Storti è un veterinario, spesso intollerante al mondo animale, e a chi gli fa notare che gli animalisti potrebbero alterarsi, risponde con cinismo: "Gli animali li amiamo un po tutti, perchè sono come dei piccoli cartoni animati che ci tengono compagnia. Credo che certe reazioni vengano dagli sciocchi, quindi rimaniamo in attesa di qualche sciocco che faccia qualche dichiarazione. Ma del resto, lo stesso era già successo con l'Unione Bambini per una scena di un vecchio film in cui spezzavo un braccio ad un ragazzino". Il loro film esce nel periodo in cui, altre pellicole ricorrono a volgarità e donne seminude per strappare una risata al pubblico pagante, per Giacomo Poretti "un modo di lavorare che non condividiamo, pur facendo lo stesso lavoro" e per Paolo Genovese "progetti costruiti pensando agli spettatori, cosa che il trio comico non ha mai fatto". E se Aldo a chi sottolinea l'assenza di seni al vento risponde sorridendo con un "e ma finirà prima o poi", l'attrice Sara D'Amario dimostra di apprezzare la scelta: "Non vogliono far spogliare le loro donne perchè fanno una scelta diversa, le fanno recitare".

13/12/2010, 18:08

Antonio Capellupo