Note di regia del documentario "Di Tessuti e di Altre Storie"
Il documentario si compone di più linee narrative.
- La storia di Luciano, di Manuela, degli altri artigiani in lotta e delle altre vittime della crisi; il montaggio alternato di queste fa sì che la figura e la complessità dei protagonisti cresca con continuità senza lasciar trapelare (se non alla fine) l’esito delle proprie vicende.
- La storia della città, protagonista essa stessa del documentario. Questa si snoda attraverso le notizie di cronaca: le promesse elettorali, lo stillicidio delle fabbriche che chiudono, i suicidi a catena di imprenditori, gli episodi di razzismo sempre più frequenti, i militari convocati in città per motivi di ordine pubblico, le inutili manovre politiche effettuate per salvare Prato. Lo scandire del tempo e degli eventi è raccontato attraverso immagini di repertorio e immagini di tg locali. Il passato glorioso della città del tessile è enfatizzato dall’uso ad hoc di repertorio storico, girato in 16mm o super8. Mentre la città nella sua contemporaneità è “ritratta” da immagini originali girate nei luoghi più simbolici.
La narrazione è scandita da una voce narrante che funge da raccordo intervenendo “dall’interno”. Si tratta dello sguardo soggettivo della stessa filmmaker, che ha vissuto di suo pugno i cambiamenti del proprio piccolo mondo. Questa visione soggettiva tende, partendo da una posizione di “non comprensione” e ingenuità sullo stato delle cose, a guidare un percorso di svelamento delle ragioni che stanno dietro questa catastrofe. Ragioni multiple, che passano dalla globalizzazione e dall’apertura dei mercati del WTO, alla speculazione interna alla cittadinanza pratese, alla concorrenza sleale.
Teresa Paoli