Il Sannio Film Fest annuncia il fallimento
Come il Festival del cinema di Giffoni anche il piccolo grande
Festival del Sannio annuncia l'incredibile ed inaspettato fallimento. Rischia fortemente di scomparire infatti uno degli eventi che in assoluto, in 15 anni di attività, ha dato tanto per il rilancio del territorio beneventano e dell'intera regione.
A dichiararlo, con questo comunicato ufficiale, è l'ideatore, fondatore e direttore artistico
Remigio Truocchio, che mai come in questi ultimi anni ha lottato assieme all’amministratore
Roberto Iannotta e a tutta l’organizzazione, per cercare disperatamente di tenere in vita il festival, giunto a livelli internazionali, attraverso forti indebitamenti nei confronti delle banche, in attesa dei tanto promessi finanziamenti pubblici, divenuti oramai contributi fantasma.
Ammonta infatti a circa 400 mila euro il finanziamento che l’organizzazione, assieme a fornitori di servizi, collaboratori e società di cinema, attendono invano dalla
Regione Campania, dalla
Provincia di Benevento e dall’agenzia
Art Sannio.
L’amarezza e lo sconforto si mischiano alla rabbia che attanaglia il direttore artistico, deciso a mettere la parola fine alla storia del
Sannio FilmFest, fatta di tanti successi, ospiti internazionali, indimenticabili mostre e notti magiche di capitelli d’oro.
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Il Sannio FilmFest muore”, recitano le prime dure parole del comunicato di
Remigio Truocchio, “
ucciso dalle stesse mani di chi l’ha fortemente voluto e appoggiato in queste ultime edizioni, da quegli enti pubblici che lo hanno sostenuto ed incoraggiato nella crescita, assicurandone, almeno sulla carta, prosperità e longevità. Negli ultimi tre anni, i più delicati ed importanti del festival, gli Enti finanziatori, attraverso giunte e commissioni, hanno deliberato positivamente sulla crescita ed il consolidamento della manifestazione, assegnando cospicui contributi, quasi mai però erogati, mettendo cosi in forte crisi sia l’organizzazione che tutti i collaboratori.
La situazione oramai si è incancrenita ma chi ne sta pagando le conseguenze siamo solo noi organizzatori, abbandonati al nostro assurdo destino.
E’ vergognoso quanto tempo si debba attendere, elemosinando alle porte delle istituzioni, ciò che ci spetta da anni e che ci è stato assegnato per produrre un evento che nobilita e promuove in primis gli stessi patrocinatori.
Io ed i miei collaboratori, assieme ad alcuni consulenti, tutti stimati professionisti, abbiamo firmato negli ultimi tre anni modestissimi contratti di collaborazione, ma non abbiamo mai, dico mai, visto l’ombra di un euro!
E’ inconcepibile, impensabile, che un presidente Premio Oscar, un direttore artistico, un amministratore, un ufficio stampa, un assistente di produzione, una segretaria, un direttore tecnico, un responsabile della comunicazione, fino ai collaboratori stretti, agli addetti all’ospitalità, ai docenti del campus e addirittura alla presentatrice delle serate, non abbiano mai, da tre edizioni, percepito nulla per il loro operato. Rasenta poi il ridicolo scoprire che un gruppo musicale così prestigioso come quello degli Avion Travel debba tutt’oggi, a distanza di sei mesi dalla partecipazione alla serata di premiazione dei Capitelli d’Oro, inseguire tra gli uffici degli enti preposti ai pagamenti, il rimborso spese dovuto. Neanche alle sagre paesane avvengono più queste incresciose figure.
Per non parlare poi dei debiti contratti dall’organizzazione negli ultimi tre anni su tutti i servizi del festival, come grafica, tipografia e serigrafia, noleggio copie, allestimenti, ospitalità, service audio e luci ecc.
Ed infine l’attentato al Sannio FilmFest, con il violento incendio doloso della sede di qualche mese fa, fotografa senza troppi giri di parole il livello di tensione giunto a causa di tali indebitamenti”.
Questo l’allarmante schema riassuntivo dei debiti assunti dal festival, a fronte di contributi deliberati dagli enti ma non ancora erogati:
edizione 2008: 90.000 euro
edizione 2009: 210.000 euro
edizione 2010: 180.000 euro
Ovviamente la
Regione Campania è l’Ente che maggiormente grava sulla manifestazione con i suoi 300mila euro di debiti accumulati in tre edizioni: emergenza rifiuti, patto di stabilità e valzer di poltrone, ancora di più hanno allungato i tempi di pagamento, affossando così i festival, le associazioni e gli eventi culturali.
Ma ciò che imbarazza di più sono i contratti del 2008 dell’agenzia dei beni culturali
Art Sannio deliberati e firmati, ma mai erogati, per un ammontare di circa 50.000 euro; oppure i 60.000 euro della Provincia di Benevento o i 15 mila euro della Camera di Commercio, dei quali da anni si sono perse ormai le tracce e le speranze di rientro.
Un vero e proprio scandalo di proporzioni notevoli, che ha prodotto anche umilianti conseguenze sulla reputazione e sull’immagine professionale di tutti coloro che nel festival ci hanno messo non solo il lavoro, l’impegno, ma anche la faccia.
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E’ ovvio" - prosegue il
direttore artistico Truocchio – "
che ci siamo già mossi per vie legali, attraverso denunce ed ingiunzioni di pagamento verso gli enti debitori, ma purtroppo l’organizzazione del festival è sull’orlo comunque del fallimento, alla luce dalla mazzata ricevuta dagli istituti di credito, che, sfiduciati da tanta attesa, chiedono ora l’immediato rientro tra fidi e anticipazioni. L’ultimo colpo è di una nota banca, solo pochi anni fa sponsor ufficiale del Sannio FilmFest, che oggi richiede l’immediato rientro dell’esposizione del festival con la conseguente messa in mora dei beni. Una situazione a cui non avrei mai immaginato si arrivasse, soprattutto dopo esser riusciti a collocare il nostro festival, dopo 14 edizioni, tra l’elite dei festival del cinema e tra gli eventi d’interesse nazionale tutelati dal Ministero dei Beni culturali. Un’ultima amara considerazione mi viene pensando al fallimento di un sogno, così vicino alla realtà: il sogno di un Festival che ha creato indotto, portando turismo, cultura, ricchezza e benessere alla sua città natale, sant’agata dei goti e a tutto il Sannio. Un festival, infine, dove decine di giovani hanno trovato formazione ed occupazione stagionale, ma delusi e scoraggiati dalle false promesse delle istituzioni locali, hanno voltato le spalle al festival e alla loro terra, scegliendo altrove i luoghi ideali per la loro crescita professionale".
11/01/2011, 13:35
Monica Straniero