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Il cinema di Bernardo Bertolucci alla 47. Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro


Il cinema di Bernardo Bertolucci alla 47. Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro
Il 25° Evento Speciale sul cinema italiano della 47° edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, a cura di Adriano Aprà e organizzato grazie alla collaborazione di CinecittàLuce, sarà dedicato all’opera di Bernardo Bertolucci che proprio nella scorsa edizione ha ricevuto il premio Pesaro Nuovo Cinema. In quell’occasione è nata l’idea di questa grande retrospettiva che vedrà una cura particolare nella qualità delle copie, per l’occasione tutte ristampate e, in taluni casi, anche restaurate. I film saranno proiettati nelle versioni integrali e originali, con i sottotitoli italiani per quelli girati in lingua straniera. Sarà lo stesso Bernardo Bertolucci ad accompagnare la retrospettiva incontrando, nella giornata conclusiva del festival, il pubblico assieme ai suoi principali collaboratori e agli interpreti indimenticabili di alcuni suoi film.

Da "La Commare Secca" (1962), sorprendente debutto in giovanissima età – 21 anni –, a "The Dreamers" (2003), il cinema di Bernardo Bertolucci non ha cessato di confrontarsi con la propria epoca sia storica sia cinematografica e in pari tempo di sfidare il presente con uno sguardo inquisitore e appassionato sul passato (da "Strategia del Ragno" e "Il Conformista" a "Novecento" e "L'Ultimo Imperatore").
La sua parabola, che lo ha portato dalla provincia parmense delle origini alla ribalta internazionale, è anomala in Italia e può essere paragonata solo a quella di un Rossellini o di un Antonioni.

Dalla "malattia infantile" della nouvelle vague, esemplarmente incarnata da film estremi come "Prima della Rivoluzione" e "Partner", al graduale e faticoso confronto con la propria maturità in film come "La Tragedia di un Uomo Ridicolo" e "L'Ultimo Imperatore", il cinema di Bertolucci può essere letto anche come una forma di terapia psicoanalitica. L'evidenza del cinema – la sua "accecante" mimesi del reale – viene superata dall'immaginazione, che porta Bertolucci a inventarsi mondi paralleli a quello che abitiamo, dove le forze che nella realtà rischiano di travolgerci trovano un loro ordine, una loro energia, una loro sublimazione, che ci consentono di andare al di là di quella evidenza.
Da "Il Conformista" in poi, Bertolucci ha deciso di uscire da un confortevole ma ristretto ambito produttivo indipendente per accettare la sfida del confronto con la "grande" industria, riuscendo nella difficilissima impresa di conservare la propria marca autoriale, e trasferendo le proprie ossessioni da un dialogo fra intimi a una esposizione impudica col grande pubblico. Una storia intimista fra quattro mura domestiche come quella di "Ultimo Tango a Parigi", nel momento in cui coinvolge una icona divistica come Marlon Brando, diventa allora una favola universale. Ed è forse proprio nel confronto con attori bigger than life, che nelle mani di Bertolucci diventano eroi di storie mitologiche, che possiamo cogliere questo desiderio dell'autore di uscire allo scoperto, di affrontare apertamente, e rischiosamente, un universo a sua volta più grande di quello della propria vita. È un atteggiamento che finisce poi per estendersi anche all'azzardato accostamento a quei "grandi" di volti nuovi – a cominciare da Maria Schneider in quel film inaugurale – destinati casomai ad acquisire a loro volta statuto divistico.

La personale che il 25° Evento Speciale dedica a Bernardo Bertolucci, la tavola rotonda alla sua presenza e il volume ("Bernardo Bertolucci. Il Cinema e i Film", a cura di Adriano Aprà) che l’accompagna, edito da Marsilio, intendono – come è consuetudine della manifestazione pesarese – promuovere una rilettura dell'intera filmografia di questo nostro autore, coinvolgendo saggisti giovani e meno giovani, invitati tutti a riflettere su un'opera che la distanza storica consente di illuminare con una luce nuova

17/01/2011, 12:09