Sul set di "Sette Opere di Misericordia" dei fratelli De Serio


Sul set di
Si è tenuto stamane, giovedì 20 gennaio 2011, l’incontro tra la stampa, i registi e gli interpreti di “Sette Opere di Misericordia”, il nuovo film ideato, sceneggiato e diretto dai fratelli De Serio. Vincitori con “Bakroman” del recente Festival del Cinema di Torino, Gianluca e Massimiliano De Serio segnano l’esordio nel lungometraggio, in 35 mm Cinemascope, con un progetto d’autore, che è interamente ambientato e girato nella città di Torino.
Le riprese, iniziate giovedì 23 dicembre 2010, dopo cinque settimane di riprese, termineranno il prossimo lunedì, 24 gennaio 2011.
Il film sarà distribuito nelle sale italiane e, successivamente, in home video, da Cinecittà Luce.

Gli autori, Gianluca e Massimiliano De Serio hanno così parlato del loro film: “Sette Opere di Misericordia” è un film a più livelli, dove il percorso morale della protagonista (Luminita) s’inserisce in un meccanismo ad orologeria che la stritola: proprio quando più si fa urgente portare a termine il suo piano e la morsa la stringe in una via senza uscita, l'incontro/scontro con un'altra solitudine (Antonio), incalza Luminita nella sua strada verso la redenzione. Capovolgendo verso l’interno dell’anima i meccanismi del genere, il film suscita domande sull’essere umano: quale forza può scatenarsi nel contatto tra due esseri umani? Può esserci umanità e compassione in una società di abiezione?
Il nostro è per definizione un lavoro collettivo. Solitamente i nostri attori sono non professionisti, ma con questa esperienza abbiamo voluto confrontarci con attori veri, e abbiamo imparato molto. Adrian, il giovane amico di Luminita, è l’unico attore non professionista. C’è in noi la necessità anche fisica di dividerci il lavoro sul set, di confrontarci ad ogni sequenza e tutto questo in un ambiente dove il sostegno e la pazienza della troupe sono fondamentali. Il film è un racconto di vita ridotto all’estremo, scarnificato: ambientazioni essenziali, illuminazione minimalista, i sotterranei di un ospedale, l’obitorio, l’orto di Antonio e il campo rom (ricostruiti su un terreno, l’orto di nostro nonno, in una zona periferica di Torino, poco conosciuta, di fronte a una discarica, un luogo, non-luogo) sono gli spazi che dipingono quest’affresco
".

Roberto Herlitzka ha dichiarato: " I De Serio hanno una straordinaria capacità di collaborazione nel lavoro sul set anche nel darsi torto, e ottime ambizioni artistiche, perché noi, ancora, crediamo di fare arte. In un periodo in cui l’arte sta sul letto e i nostri governanti la ignorano, perché non sanno a cosa serva.
Il rapporto con Olimpia Melinte (Luminita), personaggio in cui si materializza la solitudine, è stato emozionante, anche quando ci si è picchiati. Un lavoro unico.
Io interpreto un povero essere, un vecchiaccio morituro, estremo, che porta addosso la sua condanna, in rapporto ad una ragazzina con tutta la vita ancora da vivere. Il riferimento, nel titolo, all’opera del Caravaggio, è un riferimento degli autori non solo estetico, anche profondamente umano. Non nascondo le difficoltà nel mettermi nudo. L’ho fatto. Tutti gli attori, in fondo, sono degli esibizionisti. Forse l’unico vero problema… è stato il freddo!


20/01/2011, 18:56