Continua la "guerra dei sessi" di Fausto
Brizzi in "Femmine contro Maschi"
Con “
Femmine contro Maschi”, seguito di “
Maschi contro Femmine”, torna al cinema
Fausto Brizzi, a solo pochi mesi dall’uscita del primo capitolo della “saga” in questione.
Facciamocene una ragione: funzionano le commedie, sono questo tipo di opere cinematografiche che portano il pubblico al cinema. Banale e ovvio quanto volete, ma una constatazione del genere potrebbe non essere mai abbastanza ovvia per chi rimane convinto di amare ancora il cinema vero e non quello che dannatamente continua, volutamente, ad assomigliare alla televisione. Ci piace infatti continuare ad essere fermamente convinti che signori come Pasolini, Fellini, Antonioni, Monicelli, o altri, facevano il cinema in Italia, perché certo la settima arte può essere anche in una commedia e non soltanto nelle opere drammaturgiche, poetiche o emotive che il sottoscritto continuerà ad amare ben fiero di perseverare nell’appartenere ad una minoranza, come proclamava Nanni Moretti ad un attonito Giulio Base in “
Caro Diario” (ecco un altro che fa il cinema vero lo fa e addirittura al giorno d’oggi, questo signore che ha vinto a Cannes con “
La stanza del figlio”). Oggi infatti per fare cinema potrebbe essere abbastanza non avere paura di rischiare, alla faccia dei gusti del pubblico medio, alla faccia di coloro che non riusciranno a capire la nobiltà di film più coraggiosi ma continueranno a commentare squallidamente su blog o insignificanti testate simile la triste frustrazione di non avere la possibilità di fare altro. Per quanto infatti ci sembrerà il caso di continuare a sconnetterci dalla realtà nella quale ci tocca rientrare alla fine del film? Per quanto ancora affolleremo i cinema senza nemmeno la lontana coscienza di trovarci sotto il telone di un circo dove viene giocata una partita di pallone che già abbiamo visto in televisione e registrata su una vhs?
Detto questo “
Femmine contro Maschi” è un prodotto medio rispettabile ed a tratti divertente, mai volgare (grazie al cielo!) e capace anche di citare l’altro cinema. Il regista infatti occhieggia ai titoli di film americani, e fa rifare a
Ficarra e Picone la lettera con la quale già Benigni e Trosi, e prima di loro Totò e Peppino, non hanno mancato di divertirci con intelligenza (altro ingrediente naturale che convive nel cinema in particolare e nell’arte in generale). Di ulteriormente apprezzabile nel film di Brizzi c’è il fatto che i comici chiamati a recitare lavorino bene senza rifare troppo sé stessi, provando quindi anche ad uscire dal personaggio che li ha fatti conoscere al grande pubblico.
Insomma, bravi tutti, il mestiere è indiscutibile, ma sarebbe bello provare a non pensare solo ai soldi , e almeno provarci a continuare a credere nell’arte e nella cultura, questa piccola, o forse immensa, cosa che pare essere sempre meno importante nel momento attuale. Non è certo colpa di
Fausto Brizzi, anzi, (ci permetta solo di dissociarsi quando dichiara che i film intimi lo intriscono. Al sottoscritto intristiscono di più, anzi profondamente, certe commedie che non sono le sue), non è colpa di nessuno o forse è colpa di chi ha perso per strada il gusto e anche la voglia di guardarsi dentro (spero davvero che nessuno si senta chiamato in causa). Guardarci dentro per riscoprire quali sono i valori autentici in grado di emozionarci e colpirci, per riportarci alla vera essenza delle cose per le quali vale la pena vivere e quindi continuare ad avere voglia di fare sentire la propria voce.
04/02/2011, 16:33
Giovanni Galletta