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Ferzan Ozpetek e Theo Angelopoulos incontrano gli studenti
del Centro Sperimentale di Cinematografia


Ferzan Ozpetek e Theo  Angelopoulos incontrano gli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia
Prosegue il ciclo di incontri tra gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia e alcuni dei più grandi autori e professionisti del panorama cinematografico internazionale. Molti gli appuntamenti organizzati dal Preside della Scuola Nazionale di Cinema, Andrea Crisanti che nella prima settimana di febbraio ha ospitato Ferzan Ozpetek e Theo Angelopoulos.

Ad inaugurare la nuova serie di incontri Ferzan Ozpetek, regista turco ma ormai rappresentante di un cinema italiano che trasversalmente e con coraggio affronta tematiche importanti, soprattutto al livello sociale e sessuale. Generoso nel raccontarsi con gli studenti ha parlato a lungo di sé e dei suoi film, ricordando i quindici anni di lavoro come assistente alla regia di autori come Mario Bava, Massimo Troisi, Ugo Tognazzi, Francesco Nuti, Bernardo Bertolucci. “"Forse proprio da loro" – afferma - "ho imparato la lezione più importante per un regista: la libertà. Non rinunciare mai alle proprie idee e all’emozione che si vuole trasmettere".

Martedì 8 febbraio è stata la volta di Theo Angelopoulos che ha raccontato della sua giovinezza, quando nel 1962 ha iniziato a studiare all’IDHEC di Parigi e frequentava la Cinémathèque Francaise di Henri Langlois dove, preso dalla sete di cinema, assisteva a tutte le proiezioni comprese quelle dei film di Mizoguchi senza sottotitoli.
Molte le domande degli allievi della scuola e molti i suggerimenti che Angelopoulos ha dato soprattutto ai futuri registi e direttori della fotografia. Una bella lezione di regia quella del maestro che ha sottolineato l’importanza della personalità di un autore, il proprio modo di scrivere con la macchina da presa, “essere aperti al dialogo e al cambiamento, saper usare tutti i mezzi che oggi la tecnologia ci mette a disposizione non considerandoli solo un modo per rendere più facile il proprio lavoro, ma come una nuova opportunità dì espressione, è questo che fa la differenza”.

10/02/2011, 17:27