"Il Padre e lo Straniero": Il percorso di
un uomo che non riesce ad appassionare
Rai Uno, prima serata. Malgrado sembri questa la sua collocazione più consona, "
Il Padre e lo Straniero" esce nelle sale. Il film di
Ricky Tognazzi, presentato
Fuori Concorso al
Festival Internazionale del Film di Roma, appare infatti pensato proprio per il passaggio televisivo. La fattura è professionale ma gli argomenti sono affrontati in maniera troppo semplificata, con le tematiche stereotipate e quelle che dovrebbero essere ombre (non tutto è come appare) sono luci al neon forti e prevedibili.
L'incontro con il "diverso" con il "non conosciuto" è al centro della trama; sia esso un figlio disabile sia uno straniero dai mille misteri (entrambe le vicende nel titolo). Le situazioni sviluppate nella sceneggiatura di Giancarlo De Cataldo, Graziano Diana, Simona Izzo e Ricky Tognazzi, non riescono ad appassionare e coinvolgere, con i viaggi nel "mondo arabo" che non dissolvono i dubbi sulle vere ragioni di tanta diffidenza e incomunicabilità.
Poco incisivi gli attori principali, alla ricerca di una interpretazione che renda i personaggi "nella norma". Raramente ci riescono, e più che normali i personaggi risultano assenti. Bravo Leo Gullotta nel ruolo dell'agente segreto "cattivo", diverso dal solito e dunque motivato e imprevedibile.
Comprensibile l'intervento finanziario di Rai Cinema che se va male in sala, almeno mette in cassa uno sceneggiato di due puntate da "prime time"; meno comprensibile il contributo del Ministero che dovrebbe stare più attento alle sceneggiature e meno ai nomi della locandina.
16/02/2011, 17:14
Stefano Amadio