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Speciale Sfogliando un Film 2011 - Scoprire il lato tragicomico
del cinema con le vignette di Stefano Disegni


Alla quarta edizione della rassegna "Sfogliando un Film" di Catanzaro, protagonista Stefano Disegni, storico vignettista italiano, che ha parlato del suo rapporto con il cinema e con la matita: "La satira non ha colori, è umorismo a tesi, c’è sempre un concetto di fondo di cui ci si assume la responsabilità".


Speciale Sfogliando un Film 2011 - Scoprire il lato tragicomico del cinema con le vignette di Stefano Disegni
Con le sue vignette ricche di intelligente ironia ha riletto in modo assolutamente personale il mezzo cinematografico facendone emergere il lato più tragicomico. Stefano Disegni ogni mese “invade” le pagine del mensile “Ciak” con un’instancabile passione per lo “sfottò” mai banale e scontato da cui trasuda un’acuta sensibilità verso gli innumerevoli risvolti della società italiana. Il vignettista è stato ospite a Catanzaro dello scorso appuntamento con la rassegna cinematografica “Sfogliando un film”, giunta quest’anno alla IV edizione, promossa dall’Associazione Culturale “Otto e mezzo”, per conto della Biblioteca comunale “F. De Nobili” di Catanzaro, con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Catanzaro. L’incontro ha fatto da cornice alla mostra di 12 tavole originali, tratte da “Ciak”, dal titolo “Disegni in Biblioteca”, che la Biblioteca comunale ospiterà fino al 5 aprile: da “Harry Potter” a “Il Codice Da Vinci”, da “Whatchmen” a “Spiderman”, le tavole scelte sono ispirate a trasposizioni cinematografiche di celebri bestsellers letterari o graphic novels.

Incalzato dalle domande di Antonio Capellupo, curatore di “Sfogliando un film”, l’atteso ospite ha parlato del suo rapporto con il cinema e con la matita, mezzo espressivo scoperto quasi per caso a scuola e poi divenuto un vero e proprio strumento di lavoro. In tutti questi anni ha preso di mira innumerevoli titoli e personaggi del cinema, alcuni dei quali divenuti degli irresistibili tormentoni, suscitando sempre delle reazioni, nel bene e nel male. "Penso di essere un combattente" – ha detto Disegni -. "La satira non ha colori, è umorismo a tesi, c’è sempre un concetto di fondo di cui ci si assume la responsabilità. L’ospite racconta il suo metodo di lavoro: "Non voglio sparare sulla Croce rossa" – dice -, "ma contro chi ha gridato al capolavoro o è troppo innamorato di un regista. Ogni mese mi ritrovo con una lista di grandi “boiate” da vedere e poi scelgo il titolo più rappresentativo. Procedo per lo più a memoria, senza prendere troppi appunti, e poi cerco di prosciugare la storia in una pagina. Solo dopo aver scritto i testi passo ai disegni. Il terrore del foglio bianco non passa mai, creare un tormentone a volte ti assicura la possibilità di creare storie potenzialmente infinite. Nel mio lavoro fabbrico maschere e a volte queste possono diventare simpatiche al pubblico…". Riguardo al “palmares” dei grandi nomi satireggiati il nostro vignettista confessa di non essersi mai pentito di certi giudizi, citando, in particolare, Roberto Benigni - "La vita è bella rappresenta la realizzazione di un monumento a se stesso" -, Carlo Verdone - "una persona deliziosa, l’unica sua raccomandazione è quella di non parlare di età" - e Nanni Moretti, "Dopo la vignetta di “Aprile” mi tolse il saluto. Allora è vero che quelli di sinistra si incazzano di più…".

Con la stessa sagacia che caratterizza le sue strisce, Stefano Disegni racconta anche la sua esperienza da “Preisdente del coordinamento traumatizzati da Bambi” - "una storia raccontata da terroristi sadici con evidenti problemi personali" - e se la prende con una certa parte della critica italiana: "Molti sono consapevoli che un film è brutto, ma per snobbismo intelletuale non vogliono equipararsi ai colleghi e, allora, scoprono forzatamente qualche elemento di originalità per sembrare più avanti rispetto gli altri".

Alla domanda sullo stato di salute della satira in Italia, Stefano Disegni risponde senza lasciare spazio a dubbi: "Non ci sono giornali satirici e non credo dipenda dal fatto che sono cambiati i tempi" – sostiene -. "C’è interesse e curiosità del pubblico attorno al fenomeno, ma i costi di realizzazione sono lievitati e senza pubblicità nessun editore vuole correre rischi». Il vignettista anticipa, però, il suo prossimo impegno con “Il Misfatto”, inserto satirico della domenica de “Il Fatto quotidiano”, che sarà presto ristrutturato partendo dalle nuove leve, perché «è necessario il ricambio generazionale e soprattutto occorre fornire una palestra per far crescere i nostri talenti".

23/03/2011, 20:00

Domenico Iozzo