"La Misura del Confine", un giallo ambientato in mezzo alle Alpi
Un film ambientato in montagna è già un fatto insolito per le produzioni italiane.
"La misura del confine" non solo osa sfidare la tradizione, ma "esagera" basando tutta la sua storia (a parte qualche breve scena iniziale) all'interno e nei pressi di un rifugio impervio sulle Alpi al confine (quello del titolo) tra Italia e Svizzera.
Un giallo sui generis,
un "cold case" (freddo nel vero senso della parola) che prende il via dal ritrovamente di un cadavere congelato, che si scopre poi essere stato assassinato decenni prima. Un'indagine insolitamente rapida è forse la parte meno efficace della sceneggiatura, così come alcuni dialoghi poco naturali, quelli più tecnici e quelli più filosofici.
Papini punta su un cast affiatato, in cui si notano sue "vecchie conoscenze" (
la coppia del rifugio, Beatrice e Peppino, è interpretata da Beatrice Orlandini e Peppino Mazzotta, già in "La velocità della luce"): una scelta forzata in
un film corale in cui una buona metà di pellicola vede tutti gli interpreti (una decina di persone) in scena. Non tutti gli attori sono parsi all'altezza, ma il meccanismo comunque funziona.
Molto coinvolgente e "azzeccata" la colonna sonora ad opera di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, meglio conosciuti come il duo jazz voce-contrabbasso "Musica Nuda". Una scelta insolita e coraggiosa che rende "La misura del confine" ancora più interessante.
Penalizzato da
un'uscita troppo risicata (un pugno di cinema, con l'aggiunta di un'anteprima web aperta a qualche centinaio di utenti), "
La Misura del Confine" è un film che meriterebbe attenzione e un pubblico più ampio di quello che avrà in sala, per la sua originalità e per l'onestà d'intenti.
Speriamo possa avere maggior fortuna in home video.12/05/2011, 22:04
Carlo Griseri