Festival di Cannes 2011: "Le Gamin au Vélo", una storia
sull'assenza della famiglia e sul rifiuto di paternità
I
fratelli Dardenne (Jean-Pierre e Luc), frequentatori abituali del
Festival di Cannes e collezionisti di premi , Palma d’Oro con "
Rosetta" e premio dell’interpretazione femminile per Emilie Duquenne nel 1999, Premio dell’interpretazione maschile per Olivier Gourmet nel 2002 con "
Le fils", Palma d’Or con "
l’Enfant" nel 2005, sono i registi di "
Le Gamin au Vélo ". Titoli relativi alla paternità, alla famiglia, fanno parte della filmografia dei registi belgi che incentrano il loro cinema sulle realtà della società odierna. Il loro sguardo, come la loro camera e sempre acuto e penetrante, privo di sentimentalismi, ma colmo di comprensione e di partecipazione. Sono osservatori del reale e filmano la vita, ma non fanno né psicologia, né sociologia spicciole.
Cyril, il personaggio di "
Le Gamin au Vélo" ("
il ragazzo con la bicicletta") è un biondino di 12 anni agile, nervoso e caratteriale. Vive a controvoglia in un foyer per ragazzi difficili. Suo desiderio principale è ritrovare suo padre, unica sua passione è la sua bicicletta con la quale scorazzare a piacimento e cercare di essere libero. Il padre, immaturo e privo di affetti si rifiuta di vederlo e ciò ferisce profondamente Cyril. Unica soddisfazione di un infanzia solitaria ed infelice è la bici. Samantha (
Cécile de France), una radiosa parrucchiera, accoglie il bimbo dal carattere difficile ed ombroso, durante i fine settimana. I rapporti burrascosi tra lei e il pre-adolescente si stabilizzano e diventano anche affettuosi quando Cyril si rende conto che la parrucchiera si prende cura di lui in modo spassionato. Inizialmente il ragazzino accetta di stare da Samantha solo e unicamente perché lei dovrà aiutarlo a ritrovare il genitore. Dopo, quando l’inetto padre dichiara di non volerlo più vedere, il suo rapporto diventa di amicizia e anche di riconoscenza. Cyril, interpretato dal non attore
Thomas Doret, è il protagonista esemplare di questa storia dei nostri giorni, di assenza della famiglia e di rifiuto di paternità. Una pellicola lineare e diretta dove le immagini e le parole nel segno dell’essenzialità si muovono in completa armonia e riescono a comunicare con forza i sentimenti del protagonista e i suoi conflitti violenti con la vita. Samantha, personaggio pacato, ma deciso, autoritario e dolce riesce con la sua comprensione e il suo affetto a dare la serenità al ragazzo con la bici.
A differenza degli altri film "
des Frères" Dardenne "
Le Gamin au Vélo" è più solare e meno intriso di pessimismo.
16/05/2011, 13:30
Martine Cristofoli