Note di regia del documentario "Lo Chiamavamo Vicky"
Scegliere il documentario biografico, e in particolare un focus su gli anni della formazione culturale di Pier Vittorio Tondelli gli anni ‘70, a Correggio, significa parlare di oggi e di ieri, soprattutto in un grave momento di crisi culturale come quello attuale.
Raccontare il contesto, politico e culturale della provincia italiana, che in quegli anni riusciva a distaccarsi dalle grandi città e dare lo spazio a un intellettuale e un vero talento letterario. Era un panorama vivace, teatro, arte, letteratura, musica, video si intrecciavano e le istituzioni comunali fornivano gli strumenti per rappresentarsi e davano grande spazio.
Ritengo che portare sullo schermo lo scrittore Tondelli sia una possibilità per comprendere meglio anni fondamentali per la trasformazione del nostro paese, insieme ad uno scrittore trasversale e non convenzionale così per meglio poter comprendere quella generazione.
Nel documentario la scelta come colonna sonora di un certo tipo di rock, con le sue assonanze e dissonanze, come elemento narrativo, vuole essere un omaggio al vero collante generazionale, la musica, che Tondelli aveva così evidenziato nelle sue opere.
Enza Negroni