Note di regia del documentario "Un Foglio Bianco"
ERMANNO OLMI, uno dei più grandi maestri del cinema europeo, ha appena compiuto 80 anni. “Un Foglio Bianco” non è solo un documentario o un omaggio alla sua inimitabile arte ma soprattutto il mio piccolo regalo di compleanno all’uomo che ha dato a tanti giovani aspiranti registi l’opportunità e il privilegio di “rubargli” il mestiere stando alla sua ”bottega”.
Raramente Olmi si è prestato, anzi sarebbe meglio dire “offerto”, all’obiettivo di una telecamera come in questo caso dove, per 90 minuti (ma ne avrei potuti montare anche il doppio per l’enorme quantità di materiale girato), si mette con affabilità e partecipazione “in scena”.
Per convincerlo però è stato necessario un patto: non una troupe al seguito che avrebbe in qualche modo intralciato il percorso creativo durante le varie fasi della realizzazione de “IL VILLAGGIO DI CARTONE” bensì un solo uomo, una piccola telecamera hd, un microfono e niente più.
Un gioco a due quindi, di grande intimità e reciproca complicità. Di questo percorso compiuto insieme, dalla preparazione alle riprese, durato ben quattro mesi, ho cercato di cogliere gli aspetti più misteriosi e intimi del lavoro di un regista ma non solo. Quello che mi interessava veramente non era documentare la “macchina cinema” bensì tutto quello che la nutre, a cominciare dagli incontri con i personaggi che Olmi andava infaticabilmente cercando per comporre il cast che ora dona volti e voci alla sua opera.
Donne, uomini e bambini provenienti da paesi lontani, approdati in Italia dopo viaggi a dir poco epici e pericolosi al tempo stesso. Per tutti costoro Olmi non era un regista ma più semplicemente un amico col quale dialogare (a volte grazie ad un interprete) alla pari, senza pregiudizi, senza soggezione, in totale libertà e serenità.
“E come si chiama?”
“Olmi, come gli alberi…”
“Uhmm, e di cosa si occupa?”
“Di fare questo film…”
Uno scambio di battute memorabile e unico. E così di seguito con tanti altri, sempre con un sorriso sulle labbra e una parola gentile per tutti. Ne è nato un film-documentario credo molto particolare, denso di sentimenti, umanità e reciproco rispetto, dedicato a chi ama il cinema e a chi il cinema lo vorrebbe fare.
Maurizio Zaccaro