Note di regia del documentario "Più come un Artista"
Appostamenti lunghi intere giornate tra i vapori spessi di una cucina movimentata e sempre affollatissima. Tre, a volte quattro operatori, schiacciati negli angoli, telecamere strette addosso. Impossibile però non intralciare, cercando – nei gesti rituali, i passaggi bruschi, le elaborate preparazioni – i segreti di un mestiere che ti chiama, ti avvolge, diventa stile di vita.
«Una volta, se dicevi a una ragazza che facevi il cuoco, lei ti guardava come si guarda un bandito. Oggi non è più così – dice Gennaro Esposito – anzi sei considerato quasi un artista». Ma arrivarci, a fare l'artista, non è facile, perché il cuoco è un lavoro massacrante: ritmi frenetici, orari folli, convivenza forzata spalla a spalla, totale dedizione. La colorata squadra della cucina di Vico Equense è una vera piccola comunità multietnica: c’è Peppe che va pazzo per la moda e il design; Fumiko che alla Torre del Saracino ha trovato persino l’amore; Masato che ha lasciato la fidanzata in Giappone per viaggiare “leggero”; Salvatore diviso tra cattolicesimo, spiritualità ibride e il suo chiodo fisso: le donne! E poi pensieri più intimi che irrompono tra i dialoghi della presa diretta svelando anche i segreti di una brigata di giovani cuochi su cui si posa con affettuosa intransigenza lo sguardo del loro chef, che intanto ricorda e si racconta: bimbo pasticcere a soli nove anni, per saldare un debito di famiglia; lo sconforto dei momenti più bui; un percorso passo dopo passo, pietra su pietra, fino alla costruzione della sua cucina ideale, simbolo del riscatto di un’intera vita.
Elisabetta Pandimiglio