I vincitori del Terra di Tutti Film Festival 2011
Si chiude con il pieno di pubblico e sei video premiati il
Terra di Tutti Film Festival, la rassegna di cinema e documentario sociale organizzata a Bologna dalle ong Cospe e Gvc e ormai giunta alla sua quinta edizione. Da giovedì 6 a domenica 9 ottobre, oltre 4 mila spettatori hanno visitato le sale del cinema Lumière per assistere alle proiezioni di 45 corti e medio metraggi provenienti dai cinque continenti. Boom di presenze per "
La vida loca" di Christian Poveda, il film sulle bande armate salvadoregne, che a grande richiesta viene replicato in chiusura del festival.
Protagoniste dei video premiati domenica 9 ottobre 2011 sono le periferie del sud del mondo, dove le contraddizioni dello sviluppo si fanno strada tra devastazione delle risorse naturali e sfruttamento del lavoro dell’uomo, ma anche le storie dei popoli oppressi, le lotte per i diritti delle donne e per l’acqua come bene comune. "
Desire of Changhu" di
Huaqing Jin si aggiudica il
premio come migliore produzione straniera. La giuria per la
migliore produzione italiana premia invece "
L’or du Congo" di
Nicola Pittarello e attribuisce una
menzione speciale a 1514 "
– le nuvole non si fermano" di
Carlotta Piccinini.
Didier Bergounhoux vince il
premio attribuito dal Consiglio degli stranieri e apolidi della provincia di Bologna per il suo "
Djanta Haliou", mentre il
premio dell’associazione Benedetto Senni va a "
The well" di
Paolo Barberi e
Riccardo Russo. "
Pink gang" di
Enrico Bisi si aggiudica il riconoscimento
del settimanale Left per il cinema dedicato ai diritti delle donne.
"
Il successo di pubblico e la partecipazione alle proiezioni" – dicono i direttori artistici del festival,
Jonathan Ferramola di Cospe e
Stefania Piccinelli di Gvc – "
è la dimostrazione che in Italia c’è interesse per i temi sociali legati al sud del mondo e per le tematiche globali come acqua, cibo ed energie che legano sempre più nord e sud in un destino comune. Questa quattro giorni di racconti per immagini dalla Cina al Maghreb, dall’India al Salvador, proietta Bologna in una dimensione internazionale e certifica la necessità di tenere vivi spazi di cinema e discussione che possono offrire un punto di vista alternativo a quello dei media mainstream".
10/10/2011, 13:27