Note di regia del documentario "Staffette"
Il nostro documentario propone il racconto di quattro donne partigiane che hanno partecipato alla Resistenza in modi diversi, così come diverso è stato il percorso della loro vita dal dopoguerra fino ad oggi. Chi è rientrata nei ranghi femminili più tradizionali, chi ha proseguito l’ impegno nella militanza nei partiti, nell’Udi o nel sindacato. Ma tutte con la consapevolezza che la scelta compiuta allora, il legame con l’Utopia di trasformazione del mondo che la sottende, ha mutato radicalmente il senso del proprio fare, anche quotidiano, intimo, il proprio posto nel
mondo. Il film è composto da racconti in prima persona integrati da immagini di repertorio perlopiù provenienti da archivi privati e quasi inediti, in parte rielaborati e sonorizzati; foto d’epoca; documenti; repertorio sonoro. Conversazioni più che interviste, sorta di brevi pedinamenti, dialoghi a distanza tra passato e presente e tra le nostre protagoniste le cui vite si sono incrociate o sfiorate durante la stagione della Resistenza. Tutte avevano circa diciott’anni e si trovavano, seppur in paesi diversi, nella zona del Monferrato, in Piemonte, quando si sono trovate a fare la propria scelta, l’8 settembre del 1943.
Nell’affrontare questa ricerca necessariamente in fieri abbiamo portato con noi il bagaglio di quegli studi che, fin dalla seconda metà degli anni Ottanta, con l’affermarsi della soggettività in campo storico, hanno cominciato a concentrare l’attenzione sulla necessità di una prospettiva di genere nello studio della Resistenza, introducendo nuove categorie interpretative. Contemporaneamente abbiamo inteso muoverci su un doppio binario indagando cosa la Resistenza ha dato alla storia delle donne nel nostro paese.
La memoria che si intende qui restituire non è l’immobile memoria del testimone dei fatti, è qualcosa di intimo, che passa attraverso gesti, intonazioni, espressioni, sguardi, piccole cose rivelatrici, momenti. E, naturalmente, parole. Parole che raccontano, si intersecano, si rispondono, si completano a vicenda, connettono e rimandano, intessono la memoria della Storia attraverso il veicolo privilegiato delle emozioni. Come le memorie familiari, come i ricordi delle persone che abbiamo amato e ci sono rimaste nel cuore, che hanno segnato la nostra anima e la nostra vita.
E’ di questa memoria che si intende fare discorso e attraverso di essa, come sa essere la memoria esperienziale del corpo, che non dimentica e si sedimenta e diventa parte di noi.
Paola Sangiovanni