Note di regia del documentario "Ferrhotel"
Quello che ci interessava raccontare era cosa succede nella vita di un rifugiato dopo l’emergenza. Dopo gli sbarchi, i centri d’accoglienza, la conquista del permesso di soggiorno. Quella zona grigia che precede un’integrazione possibile (e spesso disattesa). Non lo scontro con la società che li ospita, ma come vivono e si raccontano queste difficoltà. Narrare il quotidiano, il tentativo di vivere una vita normale. Questo piccolo albergo, microcosmo di destini incrociati, si è rivelato il punto d’osservazione migliore, perché la normalità comincia avendo una casa, un rifugio, un luogo in cui sedersi e riprendere fiato.
Mariangela Barbanente