Sceneggiati TV: sei episodi per "Il Restauratore"
C'è una generazione di riferimento per le produzioni di Raiuno alla quale si pensa quando ci si mette a scrivere uno sceneggiato. Il restauratore, sei puntate per il primo canale in onda da domenica 8 gennaio alle 21, sono l'inno alla distrazione casalinga, l'apoteosi della descrizione tautologica, il festival della ripetizione: l'omaggio all'over 70. Se ne hai 68 già storci la bocca. La carne al fuoco è sempre poca, uno stracotto carico di sapori semplici ma nutrienti che alla fine ti alzi dal divano e sei sazio, pronto per affrontare la razione quotidiana di farmaci e il letto. Sono loro gli spettatori ideali, ai quali va tutta la nostra solidarietà, a doversi sorbire questo tipo di prodotto.
"Il Restauratore" è la nuova serie della Rai, con Lando Buzzanca come protagonista, veggente e comprensivo, sempre con la matita rossa in mano per sottolineare ogni azione, ogni pensiero, ogni immagine. Repetita iuvant, ed è evidente che anche oggi un aiutino al pubblico va dato per comprendere le storie dell'ex poliziotto ed ex carcerato. 11 sceneggiatori per qualcosa che, potendo vedere una qualsiasi tv a pagamento, le serie americane riescono a offrire con professionalità, gusto e, fondamentale, idee originali. Qui sembra tutto già visto, a partire dalle premonizioni del protagonista (Medium, The dead zone, Ghost Whisperer), fino al suo passato di carcerato e poliziotto (Life). Possibile che un paese dal "genio creativo" come il nostro non riesca a partorire niente di meglio? Perché scegliere cotanti sceneggiatori e costringerli a volare così basso?
Gli interpreti, oltre a Lando Buzzanca (un buon caratterista degli anni 60), sono scelti col gusto di trent'anni fa (i tratti, i capelli ricci, le spalline abbassate, sembra di vedere Kelly Lebrock nella Signora in Rosso) e quando aprono bocca viene da chiedersi, "un attrice, noo?". Caterina Guzzanti, si adegua e, tra smorfie, mossette e spallucce, sembra più un'attrice di "Gli occhi del cuore", piuttosto che di "Boris".
I due registi Giorgio Capitani e Salvatore Basile ce la mettono tutta per tenere basso il profilo; un'inquadratura e via, un campo e controcampo da soap e il gioco è fatto. Azioni dei personaggi mentre parlano: zero. Il caffè è sul tavolo mentre si discute, l'amatriciana si mangia in silenzio, a scena conclusa. In una Roma d'oggi ricostruita in Serbia che sembra la Gubbio di Don Matteo, tutta cartoline, strade deserte e trattoriole in piazzetta. Amen.
Purtroppo i numeri (ma chi gestisce i numeri?) daranno ragione a chi punta su questi prodotti, nella speranza che la stagione buia della pubblica tv volga al termine e che questa sia la coda di una televisione livellata verso l'asfalto.
P.S. Ma, se si ragiona sui numeri, dopo aver visto il primo episodio de "Il Restauratore", viene da chiedersi: perché con questi soldi non hanno fatto 6 puntate nuove di Montalbano? Zingaretti o Riondino che sia.
Le dichiarazioni stampa di Lando Buzzanca e Martina Colombari06/01/2012, 10:44
Stefano Amadio