Sfogliando un Film 2012 - "Anime Nere" per F. Munzi
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Anime nere” traccia la parabola esistenziale di tre giovani figli dell'Aspromonte contigui alla 'ndrangheta che, bramosi di conquistare una vita diversa da quella ricevuta in dote, intraprendono un cammino fuori dalle regole in un vortice di violenza che li porterà a raggiungere il nord Italia e l'Europa. Sulla loro strada scopriranno che i confini che separano il bene dal male sono del tutto labili in una commistione di dolore, affetti, amore, arcaicità. Il libro dello scrittore calabrese
Gioacchino Criaco, edito da
Rubbettino, presto avrà la sua trasposizione al cinema con la regia di
Francesco Munzi. Del rapporto tra il libro ed il film che sarà presto girato proprio in Calabria, si è discusso ieri pomeriggio nel primo appuntamento della rassegna “
Sfogliando un Film”, giunta alla sua quinta edizione curata da
Antonio Capellupo e promossa dall’
Associazione Culturale “Otto e Mezzo” per conto della
Biblioteca “De Nobili” di Catanzaro.
All’incontro è intervenuto, tra gli altri, il regista
Francesco Munzi che, dopo il convincente esordio con “
Saimir” e l’opera seconda “
Il resto della notte”, si appresta ad affrontare la sfida della trasposizione filmica di un libro di successo: "
L’incontro con “Anime nere” è stato folgorante e sviante rispetto al percorso che stavo facendo" – ha commentato. "
Ho deciso di bloccare un progetto già avviato e, dopo aver visto per la prima volta l’Aspromonte, ho deciso che quello sarebbe stato il mio film, attratto dalla possibilità di interiorizzare i meccanismi dei personaggi che cercano di lottare ogni giorno per cambiare il loro destino". Munzi ha rivelato in anteprima assoluta alcune scelte in vista dell’inizio delle riprese: "
La storia è quella raccontata nel libro" – continua - "
anche se sarà ambientata nei giorni nostri nelle location di Bova Marina e Africo, così come sulla limina e la fascia ionica calabrese. La mia idea è quella di rispettare per quanto possibile l’anima e le tradizioni della Calabria, “inventando” per i protagonisti una lingua comprensibile a tutti e scegliendo con un apposito casting studenti e non attori locali per le parti minori. Mi ha colpito il fatto che ogni personaggio porti un pezzo della propria terra dentro di se in una dimensione sospesa tra l’arcaico ed il moderno. E’ questa la grande possibilità offerta da “Anime nere”, ovvero quella di poter aprire una finestra su questa realtà poco conosciuta". Proprio dalla proiezione di alcune clip tratte dai suoi primi due film, Munzi ha tratto spunto per esprimere il suo punto di vista su alcune scelte artistiche che ben sintetizzano la sua idea di violenza “fuori campo”: "
Penso che una rappresentazione non stereotipata della violenza sia ancora più efficace della mera spettacolarizzazione della stessa" – ha continuato -. Adesso non so bene come affronterò il tema raccontato in “Anime nere”, di certo eviterò soluzioni banali".
Al dibattito ha partecipato anche lo scrittore
Gioacchino Criaco, protagonista di un successo inaspettato: del romanzo esiste, infatti, un’edizione francese a conferma di un valore riconosciuto a livello internazionale. "
Avevo sempre pensato di raccontare la realtà della Locride in cui sono cresciuto" – ha detto Criaco – "
Dopo esser ritornato in Calabria dopo diversi anni al nord, ho ripreso in mano il diario in cui annotavo i miei pensieri e cinque anni fa, in soli quattro giorni, ho scritto oltre 100 pagine. “Anime Nere” è nato così, in una maniera quasi fortuita. Nella stesura della sceneggiatura ho deciso, quindi, di non interferire con la libertà creativa di Munzi che ha colto in pieno l’anima del romanzo". Ad introdurre e conclude l’incontro è stato
Luigi Franco, direttore editoriale di
Rubbettino, che ha così espresso i suoi auspici in vista della realizzazione del film: "
La scelta di Bianca Film e Rai Cinema di acquisire i diritti per la trasposizione sul grande schermo è stata una bella soddisfazione" – ha detto - "
Ho trovato una certa sintonia tra la poetica dello scrittore e quella del regista: entrambi si occupano di vite ai margini attraverso opere urticanti che dicono verità scomode senza pregiudizi, fotografano una realtà e lasciano giudicare lo spettatore. Questo mi fa ben sperare nel risultato finale. Nella consapevolezza che non tutto potrà essere trasposto, spero che possa essere conservata soprattutto la descrizione dei paesaggi raccontati nel libro contribuendo alla riscoperta dell’intima natura di quei luoghi".
21/01/2012, 16:19
Domenico Iozzo