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ANDREA CAMILLERI e il suo debutto al cinema


Un romanzo ispirato dal finale di "A Ciascuno il suo" di Leonardo Sciascia e dalla curiosità di capire come un uomo può scomparire nel nulla.


ANDREA CAMILLERI e il suo debutto al cinema
Andrea Camilleri (Foto Ireneo Alessi)
Per la prima volta sul grande schermo un romanzo dello scrittore siciliano Andrea Camilleri. Dalla fiction televisiva all’approdo al cinema con La scomparsa di Patò: un’opera attuale che denuncia i farabutti italiani.

"Mi interessava trattare due tematiche: tratteggiare la figura del farabutto Patò, che, perspicace e ottuso, fa perdere le proprie tracce, e quelle del poliziotto e del carabiniere, figure spesso in contrapposizione tra loro".
Lo scrittore siciliano Andrea Camilleri motiva così le ragioni del suo approdo al cinema come sceneggiatore. Dal 24 febbraio esce in sala il suo, "La scomparsa di Patò" regia di Rocco Mortelliti, con Nino Frassica e Neri Mercoré.

Prodotto da Rai Cinema, dall’Assessorato Turismo Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, dalla Sicilia Film Commission, il film è la trasposizione cinematografica del romanzo di Camilleri, insieme a Mortelliti e Nichetti, anche sceneggiatore; però, come lui stesso ha svelato, poco impegnato nel lavoro di trascrizione.

"Quando uscì il libro, Rocco se ne innamorò e mi disse che voleva fare un film: gli dissi fallo, se hai i mezzi fallo. Alla sceneggiatura c’ho messo mano pochissimo perché se ci sono buoni sceneggiatori sono loro che traducono le mie opere in immagini. A me tra le mani è arrivata una sceneggiatura già pronta e non ho fatto altro che piccole correzioni per evidenziare i motivi e la modalità della Scomparsa di Patò".

L’input del romanzo si cela nella lettura di un’altra opera siciliana "A ciascuno il suo" di Leonardo Sciascia, dove nelle ultime tre righe viene citata proprio la scomparsa di un certo Patò.
L’opera di Andrea Camilleri è però ancora molto attuale: Patò, per lo scrittore e per il suo interprete Neri Marcorè, è un eterno farabutto, il tipico simbolo dell’Italia più che del Meridione. E per lo scrittore, di personaggi e di figure come Patò, l’Italia è piena: basta sfogliare tutti i giornali.
Inevitabile quindi il riferimento alla mafia contro la quale, secondo Camilleri, vale ancora la pena lottare.
"Nel nostro paese è mancata tuttavia la volontà politica di lottare contro la mafia" ha aggiunto l'autore "solo, infatti, se si ha questa volontà e si è uniti si può combatterla e solo con un rinascimento degli italiani si può eliminarla."

21/02/2012, 09:00

Alessandra Alfonsi