RADICI - La Napoli del sottosuolo
Dopo il debutto all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, nelle Giornate degli Autori, è stato presentato il 15 marzo scorso a Roma "
Radici", di
Carlo Lugli, film a metà fra l’onirico e il documentaristico dedicato all’affascinante figura di
Enzo Gragnaniello, noto cantautore e musicista partenopeo, e alla
Napoli più misconosciuta: quella sotterranea e monumentale, a cavallo fra storia e mitologia.
In un viaggio che ricalca ironicamente – e solo per accenni – quello dantesco nei gironi infernali, Gragnaniello ripercorre la sua vita e il suo amore per la musica, in un excursus puntellato da intermezzi musicali in cui il cantautore è circondato da amici e colleghi: da
James Senese a
Enzo Moscato, da
Tony Cercola e
Ida Di Benedetto.
Alle parti girate da
Lugli, si susseguono immagini di repertorio tratte da vecchi film che raccontano la Napoli del dopoguerra e che, spesso, fanno da sfondo alla voce fuori campo di
Gragnaniello, come l’intenso reportage sul lavoro sull'infanzia di
Luigi Comencini, girato per la RAI, dal titolo “I bambini e noi” o i frammenti tratti da “La pelle” di
Liliana Cavani.
Il regista, pur avendo a disposizione dell’ottimo materiale, sembra però indeciso fino all’ultimo sulla strada da prendere, finendo con il creare un documentario sfilacciato che, sebbene abbia l’indiscusso pregio di mostrare una Napoli di struggente bellezza e lontanissima dai clichés, mescola e sovrappone in modo confusionario racconto orale, lunghissime parentesi musicali e momenti di pura “finzione” cinematografica.
"Non c’è un vero filo narrativo, è vero, si tratta più che altro di un film “emotivo”, – afferma il regista – ma la mia priorità era riuscire a raccontare le due anime di Napoli (e di Enzo): quella lunare e quella più solare".
Il documentario è stato prodotto da
Gaetano di Vaio e da
Fratelli del Bronx ed è distribuito da
Minerva Pictures.
Lucilla Chiodi
17/03/2012, 16:50