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Viaggio al termine dell'Italia, scopriamo il Fellini politico


Importante saggio di Andrea Minuz pubblicato da Rubbettino, che ripercorre l'intera filmografia del regista romagnolo in chiave politica


Viaggio al termine dell'Italia, scopriamo il Fellini politico
Basterebbe il (sotto)titolo del libro (“Fellini politico”) per incuriosire il cinefilo e fargli affrontare la lettura di questo saggio a firma Andrea Minuz, "Viaggio al termine dell'Italia".

Pensando al “cinema politico” della tradizione italiana verrebbero in mente i nomi dei registi civili (Rosi, Petri) o quelli del neorealismo (Rossellini, Visconti, De Sica) o al massimo ancora le caricature dell'italiano medio della commedia all'italiana (Risi, Monicelli, Germi). O ancora Pasolini. Tanti, ma non Federico Fellini. E qui sta l'errore comune.

E' una (ri)lettura avvincente quella proposta da Minuz, che ripercorre l'intera carriera felliniana (con prevalenza forse per alcuni titoli, come “La Dolce Vita” e “Amarcord”), ne ricostruisce le idee sul mito della romanità e sul femminismo, il suo impegno contro la pubblicità nei film in tv e le sue riflessioni sul fascismo.

La struttura del volume prevede un primo capitolo sull'ideologia italiana, in cui tra l'altro si affronta anche l'ira del PCI contro "La Strada", prosegue con due approfondimenti sull'Italia e sull'attualità de "La Dolce Vita", passa per Mussolini e Roma per arrivare al femminismo, all'Orchestra italiana degli anni '70 e agli ultimi film degli anni '80.

Andrea Minuz ha corredato inoltre il suo ricco e importante libro con un’appendice che esplora il rapporto tra Federico Fellini e Giulio Andreotti a partire dalle lettere conservate nell’archivio del senatore.

Per informazioni: Rubbettino

21/03/2012, 10:11

Carlo Griseri