Con "Et Mondana Ordinare" si è aperta la rassegna
di cinema del Festival della Cultura di Bergamo
Ha preso il via questa mattina, presso il
Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo, la
rassegna di cinema del
Festival Internazionale della Cultura dedicata all'universo femminile.
Ad aprire la rassegna la pellicola "
Et Mondana Ordinare" della regista orobica
Daniela Persico che, attraverso testamenti e atti notarili, ha raccontato la vita di Anexia, Adeleita e Grazia, tre donne della Bergamo del XIV secolo. Ad introdurre la pellicola è stato il critico cinematografico
Mario Dal Bello. La pellicola consente di ritrovare i luoghi della città, che vengono rivisitati nel presente: anche se la loro destinazione d’uso è profondamente mutata, scopriamo che gli spazi dove vissero Anexia, Adeleita e Grazia sono ancora luoghi vitali, in cui le persone possono incontrarsi, forse ignare della loro esistenza. Che torna però a farsi presente con queste immagini.
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Sono sempre rimasta affascinata dai volti assorti, dalle strane posture, dai fantasiosi animali che spuntavano tra le arcate del chiosco della mia scuola elementare" – ha raccontato
Daniela Persico -. "
Ho avuto la fortuna di frequentare un istituto pubblico di Città Alta che ha avuto sede nel monastero di San Francesco, l’antica residenza dell’Ordine francescano a Bergamo. Il mio sguardo è rimasto incuriosito da una rappresentazione della realtà così diversa, spingendomi a riflettere sulla distanza tra la visione medievale e la nostra. La mia ricerca, tuttavia, si è scontrata con la difficoltà di poter assumere come referente il passato, un gesto utopico che nel cinema deve sempre fare i conti con una mancanza di forza rappresentativa". Per questo la regista ha iniziato un lavoro che nascesse realmente da documenti medievali : testamenti, affreschi, miniature, testi letterari e musiche dell’epoca. "
Alternando le testimonianze scritte recitate da attrici nei luoghi originali e i ritratti di chi li anima oggi" – ha aggiunto
Daniela Persico – "
si creano strane associazioni: la continuità dei sentimenti, gesti e scelte delle donne, la lontananza tra una visione unitaria dell’esistenza e degli spazi e la frammentazione contemporanea, la voglia di una nuova sfera comunitaria raccontata nelle parole di un tempo e ritrovata in alcuni momenti d’oggi".
24/04/2012, 13:33