WESTERN FESTIVAL - Tre giorni di cinturoni e pistole
Cinema americano per eccellenza, il western, seppur ancorato a canoni ben precisi, semplici e ripetitivi, è riuscito a produrre pietre miliari non solo della storia del genere ma del Cinema. Ed è Ombre Rosse di John Ford, proposto il primo giorno della rassegna, ad aprire quella che viene definita l’epoca d'oro del genere western, quella che negli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta vede anche l'affermarsi di Grandi Registi.
Ma il Festival, organizzato da Sara Monacelli e Marco Cannavò, dedica ampio spazio anche all’Italia dove il cinema western ha avuto il suo momento d’oro negli anni '60 e '70 con il celebre filone Spaghetti-Western, che riutilizza gli elementi del genere secondo un’ottica nuova e spesso irriverente ma andando al di là del classico scontro buoni/cattivi.
L'esponente di spicco di questo sottogenere è stato senza dubbio Sergio Leone, con la sua "trilogia del dollaro”, a cui si sono aggiunti altri registi italiani come Lucio Fulci, Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro (1966), I quattro dell’Apocalisse (1975), Sergio Corbucci, Django (1966), Il grande silenzio (1967), Vamos a Matar compagneros (1969) e Enzo Barboni, Lo chiamavano Trinità.
Ma oltre alla proiezione di grandi classici del western all’italiana, sarà attraverso documentari, Claudio Mancini story, di Luigi Pastore, I sogni nel mirino di Luca Morsella, Trinità e fu tempo di fagioli e west di Alberto Donati, incontri d’autore, coordinati da Marco Giusti, presentazione di libri, contributi dal cinema italiano indipendente e documenti video, che il festival farà rivivere il mito della vecchia frontiera.
Mentre la testimonianza diretta di coloro che hanno fatto la storia del cinema western, come Fabio Testi, interprete de I quattro dell'apocalisse, Gianni Garko, protagonista del ciclo dell’indimenticabile personaggio Sartana, Sergio Donati, sceneggiatore di molti film di Sergio Leone, Nino Baragli, storico montatore di pellicole fra cui Il Buono, il Brutto ed il Cattivo, e il produttore di film western Claudio Mancini, animeranno le tre giornate della rassegna rivelando al pubblico retroscena, curiosità, piccoli segreti di film entrati, a pieno diritto, nell'immaginario collettivo.
In un programma ricco di iniziative non poteva mancare il fumetto, dove il western all’italiana ha ritrovato la sua giusta eco nelle storie di carta di personaggi come Tex e Zagor tuttora in proficua attività. Non a caso la quarta edizione della kermesse del fumetto, Orvieto Comics, quest’anno si svolgerà proprio in contemporanea al Festival.
Ed è proprio ad un grande fumettista come Paolo Eleuteri Serpieri, allievo di Renato Guttuso, che il Western Festival di Orvieto dedica una personale fatta di 70 disegni western originali. Apprezzato a livello internazionale, Serpieri ha legato al western la prima parte della sua carriera, portano la sua firma tavole su Skorpio (della serie I grandi miti del West) e, per la francese Larousse, la Historie du Far West.
Infine i video messaggi di Ennio Morricone, che ha scritto 30 colonne sonore per il cinema western , e di Tomas Milian, protagonista de La resa dei conti di Sergio Sollima e di numerosi spaghetti western, saranno tra gli eventi più prestigiosi di un’iniziativa coraggiosa che intende far riscoprire un genere senza il quale non esisterebbe buona parte del cinema italiano.
05/05/2012, 16:45
Monica Straniero