Note di regia del documentario "Emma Dante Sud Costa Occidentale"
Avendo avuto la fortuna ed il privilegio di aver visto nascere tanti spettacoli di Emma Dante e di aver assistito alle sue originali prove, ho potuto partecipare al suo processo di creazione artistica e ho sempre pensato che esso sia estremamente cinematografco. Il continuo scambio di parole e gesti tra la regista e i suoi attori richiede un racconto rapido, organizzato in stacchi serrati, con una videocamera che sia al contempo dentro l’azione e invisibile ai protagonisti.
Il rapporto, l’amicizia e la conoscenza di lunga data con Emma e i suoi attori mi permette di “stare in mezzo” senza dare nell’occhio, senza bloccare per imbarazzo o pudori quel dare il "peggio di sé che l’attore deve offrire come atto d’amore", per citare la stessa Emma Dante.
Da questa familiarità il documentario acquista un tono intimo, più simile ad un diario, ad un album di ricordi, che non al classico documentario criticobiografco.
Con questa impostazione la storia del teatro di Emma Dante non è qui narrata attraverso le sue opere teatrali,ma ritrovando nelle prove dei vari spettacoli il senso profondo della sua arte e della sua poetica.
Clarissa Cappellani