M.A.R.C.O. - Due fratelli, la droga e la vita
Impossibile parlare di "M.A.R.C.O." senza sottolinearne la genesi e i mezzi a disposizione. Nato come conclusione naturale del
corso CineScuola 2009, il film - girato con soli 15.000 euro di budget - è stato realizzato dagli allievi sotto la supervisione del regista Alexander Cimini, loro docente. Gli studenti hanno pensato il soggetto e seguito lo sviluppo del film, e sono stati impiegati anche come cast.
Un piccolo film dai piccoli mezzi, quindi, ma dal messaggio e le intenzioni "grandi": "M.A.R.C.O." racconta
la storia di due fratelli, Marco e Filippo, tanto legati quanto diversi. Se il secondo, più piccolo, è sensibile, introverso e ama scrivere, il fratello maggiore è estroverso e ambizioso. Quando questi finisce in un giro più grande di lui, diventando spacciatore (nonché consumatore) di droga, la situazione rischierà di degenerare.
Una delle scelte più forti di "M.A.R.C.O." è sicuramente quella di
"disordinare" lo scorrere degli eventi, costruendo la narrazione come un lunghissimo flashback all'interno del quale ne sono presenti altri più "brevi": se l'idea è interessante, forse si è ecceduto troppo nel giocare con i livelli temporali a discapito della comprensione.
Recitato con sincerità e passione da attori non professionisti, il film ha il pregio di affrontare un tema importante dalla parte dei ragazzi potenziali protagonisti, e per questo gli si perdona volentieri qualche ingenuità (il gruppo di amici dai componenti "calibrati" - il gay, la coppia, la casta, lo strafatto, il perfettino, la grassa, ... - uno sviluppo dei personaggi limitato e qualche passaggio di sceneggiatura poco chiaro).
"M.A.R.C.O." è
un onorevole prodotto da corso di cinema, e come tale va affrontato dallo spettatore per meglio comprenderne l'importanza e il valore.15/05/2012, 18:00
Carlo Griseri