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"Moonrise Kingdom" - la fuga amorosa di due adolescenti


"Moonrise Kingdom" ("Il Regno della Luna Levante") del quarantaquattrenne texano Wess Anderson, amante della Francia e dei film di François Truffaut e dal primo approdo a Cannes, è una pellicola godibile, un eccellente revival degli anni '60 sull’isola New Penzance per colori, immagini e soprattutto musica, ma freddino come sentimenti e scarso come humour.

Nella storia dei due adolescenti in fuga anche per amore, narrata con precisione, scrupolosità per i dettagli e buona caratterizzazione dei personaggi, due sono le scene che coinvolgono sul piano emotivo: il primo memorabile bacio in stile "french kiss", che si fa lirismo e poesia, grazie alla spiaggia deserta e alla melanconica "Le Temps de l’Amour" di Françoise Hardy, danzata con ritmo sbagliato dai due acerbi amanti, e l’intimo ed intenso colloquio tra Suzy Bishop (Kara Hayard) e sua madre, due donne a confronto per problemi di affetti che le separano e uniscono, rendendo difficile la loro convivenza.

"Wes Anderson", apprezzato e ammirato in "Fantastic Mr Fox", con questa nuova pellicola definisce sempre più il suo profilo di regista e autore di qualità, realizzando film che oscillano tra il cinema indipendente e blockbuster, pellicole di ricerca stilistica filmate in modo originale. Protagonisti di "Moonrise Kingdom", storia di una fuga amorosa di due adolescenti che vivono male perché non integrati nel proprio nucleo sociale e non amati abbastanza, sono il dodicenne boy scout Sam (Jared Jilman) e la tredicenne Suzy (Kara Hayward) attori esordienti, sostenuti da un validissimo cast di nomi affermati: da Bruce Willis (Capitan Sharp), nell’indovinato ruolo del capo della Police Island, al dinoccolato Edward Norton, capo, non all’altezza, di un manipolo di scout, a Bill Murray (Mr Bishop) nel ruolo di lunatico genitore della fuggitiva Suzy, a Frances Mc Dormann (Mrs Bishop) sbiadita madre di famiglia e amante per caso del Capitan Sharp, alla brava Tilda Swinton, autoritaria e acida, responsabile dei servizi sociali.

Il lungometraggio, che riesce a coniugare in modo egregio diversi generi, dal romantico all'avventuroso, al catastrofico, riesce a rivolgersi ad un pubblico vasto e variegato.

16/05/2012, 18:23

Martine Cristofoli