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NOTRE PARADIS - Il paradiso, un concetto soggettivo


L'ultimo film del regista francese Gael Morel è un dolente viaggio negli inferi di una storia d'amore inter-generazionale, tra sesso e violenza


NOTRE PARADIS - Il paradiso, un concetto soggettivo
E' un film intenso, crudo e crudele "Notre paradis" di Gael Morel.

Il regista francese ("A tutta velocità", "Apres lui", "Le Clan") racconta la storia di Vassili (Stéphane Rideau), un gigolò non più giovanissimo con pulsioni criminali. Una sera incontra il suo giovane "Angelo" (così lo "battezza"), da lui soccorso dopo averlo trovato ferito a bordo strada.

La loro storia d'amore e sesso li porterà sempre più giù, in una sorta di discesa agli inferi della violenza e della disperazione che forse è l'unico possibile "nostro paradiso". L'amore e la gelosia per il ragazzo diventano per il disperato e infelice Vassili un'ancora di salvezza che lo spingerà a fondo.
L'incontro con l'amica di un tempo, interpretata da Béatrice Dalle, e con suo figlio sembra possa aiutare, ma difficilmente il futuro di questi personaggi diventerà roseo; "Notre paradis" è una storia senza speranza, con un finale sotto la neve che lascia il segno.

Prodotto da Paulo Branco ("Cosmopolis") e scritto - come recita il programma ufficiale con le giuste parole - con "il cuore sanguinante", la pellicola è un viaggio senza ritorno girato con grande rigore e interpretato con intensità da Rideau, storico attore dei film di Morel (meno convincente, invece, il suo "Angelo" Dimitri Durdaine).

25/06/2012, 08:30

Carlo Griseri