COSI' BELLA COSI' DOLCE - Dostoevskij o Bresson?
La collana Cinema edita da Rubbettino e curata da Christian Uva si è arricchita di un nuovo importante volume,
"Così bella così dolce", curato a sei mani dai docenti di cinema Francesco Bono, Luigi Cimmino e Giorgio Pangaro per la serie "Corpo a corpo".
Si tratta di un libro che parte da
una novella tra le meno note in Italia del grande scrittore russo Fedor Dostoevskij, "La mite", da cui il regista francese Robert Bresson ha tratto nel 1969 un film, "Une femme douce", interpretato da Dominique Sanda.
Il libro riunisce una serie di
saggi di diversa provenienza disciplinare, studiosi di storia e critica del cinema insieme a filosofi, slavisti e anche un teologo, un regista teatrale e una psichiatra. Come sottolineano i curatori nell'introduzione firmata da tutti e tre, racconto e film sono tanto «belli» e importanti quanto duri e scabrosi.
"Così bella così dolce"
è consapevolmente un volume su un tema "marginale", ma i curatori si dichiarano "convinti che ne valga comunque la pena, poiché non disperiamo ci sia un pubblico, per quanto ristretto, che ancora senta il bisogno di confrontarsi «corpo a corpo» con un film, con un racconto, insomma con l’arte".
Il libro si chiude con
una ricca bibliografia su "Une femme douce" nel contesto dell’opera di Bresson. "Così bella così dolce" è
un volume di nicchia ma prezioso, a cui - ovviamente - sarebbe meglio approcciarsi dopo aver (ri)letto il racconto e (ri)visto il film.
Anticipazione sul futuro della collana: è in preparazione un’analisi del racconto di Thomas Mann "La morte a Venezia" comparata al film di Luchino Visconti.
Per informazioni:
Rubbettino Editore27/06/2012, 10:30
Carlo Griseri