GIANNI AMELIO - Rossellini era il Socrate dei registi
“
Un maestro nel vero senso della parola, era il Socrate del cinema”. Questa la testimonianza su
Roberto Rossellini espressa da
Gianni Amelio, intervenuto al festival
Il Cinema Ritrovato della
Cineteca di Bologna come testimonial del restauro di "
Viaggio in Italia" di
Roberto Rossellini (realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata per il Progetto Rossellini promosso da Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Cineteca di Bologna, CSC-Cineteca Nazionale e Coproduction Office).
Stupito dalla sala piena (non c’era un posto vuoto tra i 500 del Cinema Arlecchino), Amelio, accompagnato dal direttore della Cineteca di Bologna
Gian Luca Farinelli, ha scherzosamente esordito: “
Oggi siamo in mezzo a un pubblico che credo il film non abbia mai avuto in tutta la sua sfortunata storia. Siamo come davanti a un altare, perché la visione collettiva di un film è un rito che si rinnova. Guardare un film in dvd è come guardare la messa su Rai1”,
Amelio si è poi perso nel ricordo del suo primo incontro con Rossellini: “
Ho incontrato Rossellini nel lontano 1967, lui già faceva televisione e io volevo fare il suo assistente e ho chiesto al funzionario televisivo se ci faceva incontrare. Per farmi bello non gli ho decantato Paisà o Roma città aperta o Germania Anno Zero, ma mi sono detto innamorato del suo periodo bergmaniano (ma a lui non l’ho presentato così) e appunto gli ho detto che il mio film del cuore era Viaggio in Italia. E lui in modo molto gelido mi ha risposto: "Tu che ne sai?". Quella cosa lì mi ha gelato e sono stato male per buoni dieci minuti. Poi lui mi ha messo una mano sulla spalla: "Perché non ne so nemmeno io". Ha recuperato così una cosa che mi aveva ferito e allora ho capito che lui era un maestro davvero. Maestro nel vero senso della parola, era il Socrate del cinema”.
Ancora Amelio: “
L’occhio di Rossellini è quello di un umanista che guarda la parte sana, eroica di un individuo. Il suo sguardo è inquieto, trasparente, non inquinato dai vizi di una rappresentazione ruffiana. Rossellini fa lo storico, non il cronista, anche quando racconta la contemporaneità. A differenza di Visconti, di cui ricordo le immagini, di Rossellini mi rimangono gli sguardi, le persone. Per lui le inquadrature erano strumenti per tradurre le passioni".
E a proposito del restauro della versione originale inglese, che ci restituisce le vere voci di
Ingrid Bergman e
George Sanders, ha concluso Amelio: “
Nella versione italiana di Viaggio in Italia si perde il contrasto fra la lingua inglese e la voce di Napoli, che martella nelle orecchie dei protagonisti”.
27/06/2012, 16:02