Note di regia del documentario "Il Gemello"
Oltre a continuare il mio viaggio nei luoghi di Napoli iniziato 12 anni fa con Estranei alla Massa e proseguito con L’udienza è Aperta prima e il Grande Progetto poi, volevo usare il carcere e la mia capacità di relazionarmi con le persone e con gli spazi della mia terra, entrando in questo luogo di dolore, con l’unico obbiettivo di cercare di restituire agli spettatori, in modo fedele, l’esperienza dei protagonisti . Mi ero prefisso anche l’obiettivo di ridurre ancor più, di quanto già fatto in precedenza, il confine tra fiction e documentario. Volevo trovare una drammaturgia, costruire sul campo un film che tenesse viva l’attenzione e che l’interesse potesse crescere minuto dopo minuto con sorprendenti micro avvenimenti regalati da questo particolare micro mondo, ma senza alterare nulla. Ho deciso quindi di provare a muovermi come se stessi girando un film di finzione, ma senza calpestare il difficile campo della realtà. Per fare questo ho passato lunghi mesi a creare con il luogo e i miei protagonisti, un rapporto importante e profondo.
Vincenzo Marra